Quando il Maestro parla al cuore
Sii tutto bontà , carità, accoglienza benevolenza- XVII
Autore: Padre Gaston Courtois
Non avere se non pensieri di benevolenza, parole di benevolenza, anche quando devi rettificare, raddrizzare, correggere.
Parla delle altrui qualità, mai dei loro difetti. Amali tutti. Apri loro interiormente le braccia. Manda loro le onde di felicità, di salute, di santità accumulate in te. Tutti sarebbero migliori se si sentissero più amati.
La grande storia del mondo è la storia segreta, attraverso gli avvenimenti, della crescita o della perdita di spontaneità e di intensità della carità nei cuori, carità oblativa, s’intende, carità basata sull’ascesi, sull’oblio di sé a vantaggio degli altri.
L’aspetto essenziale della tua missione è di contribuire, dal di dentro, a una più intensa corrente d’amore che attraversi il mondo.
Perché non cercare di rallegrare gli altri, di essere loro gradito? Se stessi attento, la cosa sarebbe facile. Dimenticare se stesso, dimenticare le proprie preoccupazioni per pensare agli altri e a ciò che fa loro piacere, seminare un poco di gioia intorno a sé, non servirebbe a contribuire a medicare tante piaghe, a calmare tante sofferenze? Io vi ho posto a fianco dei vostri fratelli per facilitarvi la pratica del dono.
Chiedimi il gusto del dono, il senso del dono. È una grazia da ottenere, un’abitudine da prendere, è una piega del pensiero e, ancor di più, una piega del cuore. Maria è stata tutta dono. Che essa ti ottenga il dono della disponibilità.
Sorridi a tutto, anche quando ti senti debole, mal disposto. Il merito sarà maggiore. Attribuirò una grazia al tuo sorriso.
Sii sempre accogliente verso gli altri. Questa è la tua forma di carità. Ciò richiede, certamente, rinuncia alle cose che ti riguardano,ma, lo sai per esperienza, non hai mai dovuto rimpiangere una scelta a favore degli altri. Io non mi lascio mai vincere in generosità.
Se i cristiani fossero buoni gli uni verso gli altri, la faccia del mondo sarebbe trasformata. Si tratta di una verità elementare, ma dimenticata con tanta facilità.
Perché così spesso tanto fiele, tanto sdegno, tanta indifferenza, quando basterebbe un poco di vera simpatia ad avvicinare gli animi e ad aprire i cuori?
Dovunque ti trovi, sfòrzati di essere un testimone della mia divina benevolenza verso tutti. Questa benevolenza è fatta di rispetto e di amore, di ottimismo e di fiducia. Certo, ci sono coloro che ne abusano, ma non si tratta della maggioranza e chi può dire le circostanze che attenuano la loro responsabilità?
Scoprire in ciascuno, o almeno indovinare, ciò che vi è di migliore. Indirizzarsi a ciò che in lui è aspirazione verso la purezza, il dono di sé, anche il sacrificio.
La carità fraterna è la misura della mia crescita nel mondo. Prega affinché si diffonda. In tal modo mi aiuterai a crescere.
Chi non sa partecipare al fardello degli altri non è degno di avere dei fratelli.
Tutto sta nel modo: un sorriso amabile, un’accoglienza benevola, la preoccupazione degli altri, una gentilezza gratuita, una volontà discreta di dire soltanto bene degli altri… Quante cose possono essere per molti altrettanti raggi di sole. Un raggio di sole sembra una cosa senza consistenza; ciò non di meno illumina, riscalda e risplende.
Sii buono con gli altri. Non ti sarà mai rimproverato un eccesso di bontà. Spesso questo richiederà da te un certo distacco, ma credi che io considero come fatte a me stesso tutte le gentilezze verso gli altri, e sarà una gioia per me restituirtele al centuplo.
Chiedi spesso allo Spirito Santo di ispirarti e di fornirti occasioni per essere buono.
Non ti chiedo l’impossibile, né il difficile, ma di avere una tale disposizione intima da desiderare che intorno a te tutti siano felici, consolati, confortati.
Questo significa amare gli altri in spirito e verità, e non in modo astratto e teorico; è infatti nelle umili azioni della vita quotidiana che si verifica l’autenticità di una carità che sia prolungamento ed espressione della mia.
Come vuoi che gli uomini si sentano amati da me se coloro che mi rappresentano sulla terra non gliene forniscono una testimonianza percettibile?
Desidera ardentemente in nome di tutti ciò che io stesso auguro a ciascuno di essi.
Alla radice di molte aggressività, c’è quasi sempre un elemento più o meno cosciente di frustrazione.
L’uomo creato a mia immagine è stato fatto per amare e per essere amato. Quando è vittima di un’ingiustizia, di una mancanza di tenerezza o di un’assenza di riguardo, si ripiega su se stesso e cerca una compensazione nell’odio o nella cattiveria. Poco alla volta, l’uomo diventa un lupo per l’uomo, e la porta è aperta a tutte le violenze e a tutte le guerre. Così si spiegano da una parte la mia estrema indulgenza e dall’altra la mia insistenza sul comandamento dell’amore, così come l’ha trasmesso san Giovanni.
Pensa spesso alle anime in pericolo nel mondo:
– In pericolo fisico: vittime di guerra, obbligate a cercare un rifugio lontano dalla loro casa, per strade interminabili; vittime dei tifoni, dei terremoti; vittime della malattia, dell’infermità, dell’agonia.
– In pericolo morale: vittime d’un primo peccato, vittime dell’abbandono, vittime della notte oscura.
– Anime sacerdotali scoraggiate, in cui soffia il vento della rivolta e che trovano in coloro che dovrebbero aiutarle soltanto indifferenza e disprezzo. Anime di sposi fiaccate dalla fatica della sazietà, dalla irritazione del superlavoro, dall’inasprimento degli opposti caratteri, sempre in balia di una parola o di un gesto fuori posto e dimentichi che il loro amore, per durare, deve venire a purificarsi e ad alimentarsi in me.
– Anime di anziani che si chiudono alla nuova giovinezza dell’ultima età che li dovrebbe preparare alla trasfigurazione eterna, che hanno paura della morte, che si aggrappano disperatamente ad inezie insignificanti; anzi, chiudendo gli occhi alla speranza, disperdono le loro ultime energie nell’amarezza, nella critica e nella rivolta.
Quanto sono numerose nel mondo quelle anime che hanno perso il gusto di lottare e di vivere, e non sanno che io stesso sono il segreto della felicità, anche in mezzo alle situazioni più infelici!
Libera con frequenza per il mondo onde di simpatia, di benevolenza, di conforto. Tutto io trasformo in grazie di consolazione che ridanno il coraggio. Aiutami a rendere più felici gli uomini. Sii un testimone del Vangelo. Dona a coloro che ti vedono, a coloro che ti avvicinano, a coloro che ti ascoltano, l’impressione di avere una Buona Novella da annunciare.
Un comportamento in apparenza incomprensibile, assumerà tutto il suo valore – con il succedersi dei pentimenti, delle riparazioni e… dei miei perdoni – nella visione globale di ogni esistenza situata al suo giusto posto, nell’insieme del Corpo Mistico.
Malgrado tutte le miserie e tutti rinnegamenti, io sono ottimista.
Bisogna amare col mio cuore per vedere col mio sguardo. Allora parteciperai alla mia smisurata benevolenza, alla mia inalterabile indulgenza.
Non vedo le cose come le vedete voi, che vi ipnotizzate su un particolare insignificante e non avete la visione dell’insieme. Del resto, quanti elementi vi sfuggono! Intenzioni profonde, abitudini acquisite e diventate incallite che attenuano grandemente la responsabilità, emotività puerile che crea instabilità, senza parlare degli atavismi nascosti, ignoti alla persona stessa…
Se i cristiani, che sono mie membra, accettassero ogni mattina di inspirare un po’ della carità del mio cuore per
coloro che incontreranno o di cui parleranno durante la giornata, la carità fraterna sarebbe ben altra cosa che uno sterile argomento di discorso o di predicazione!
Sii tutto bontà.
Bontà fatta di benevolenza, di «benedizione», di beneficenza, senza nessun complesso di superiorità, ma con totale umiltà e tenerezza.
Bontà che si esprime nella gentilezza dell’accoglienza, nella disponibilità al servizio, nella preoccupazione della felicità altrui.
Bontà che nasce dal mio cuore e, più profondamente, dal seno della nostra vita trinitaria. Bontà che dona e che perdona fino a dimenticare le offese, come se non fossero mai esistite.
Bontà che tende a me, presente nell’altro, le mani, lo spirito e soprattutto il cuore, senza rumore di parole, senza dimostrazioni intemperanti.
Bontà che conforta, che consola, che ridona coraggio e aiuta con discrezione l’altro a superare se stesso.
Bontà che mi rivela in modo molto più efficace di molte belle prediche, e che attira a me più di tanti bei discorsi.
Bontà fatta di semplicità, di dolcezza, di carità profonda che non tralascia nessun particolare per creare un’atmosfera simpatica.
Chiedine spesso la grazia in unione con Maria. Si tratta di un dono che non rifiuto mai e che molti riceverebbero se mi pregassero còn più costanza.
Imploralo per tutti i tuoi fratelli e contribuirai in tal modo a elevare un po’ di più il livello della bontà, della mia bontà, nel mondo.
Sii un riflesso, un’espressione viva della mia bontà. Indirìzzati a me attraverso coloro che incontri. Vedrai allora com’è più facile essere positivo, aperto e accogliente.
Metti sempre più bontà nella tua anima perché si rifletta sul tuo volto, nei tuoi occhi, nel tuo sorriso, persino nel tono della tua voce e in tutto il tuo comportamento.
I giovani perdonano volentieri agli anziani i loro anni, se li sentono buoni.
Avrai notato come la bontà, l’indulgenza, la benevolenza aureolano la fronte degli anziani. Ma questo richiede tutta una serie di piccoli sforzi e di scelte generose in favore degli altri. La terza età è per eccellenza l’età dell’oblio di sé a motivo della percezione della mia presenza imminente.
I vecchi sono ben lungi dall’essere inutili se, pur con le loro progressive limitazioni, le diminuzioni apparenti o nascoste, sanno trovare in me il segreto della carità, dell’umiltà e della gioia. La loro serenità può rivelarmi a un gran numero di coloro che li avvicinano e attirare verso di me molti giovani che si credono capaci di fare a meno di me perché si sentono forti e solidi.
Dove si trovano amore e carità, ci sono io per benedire, per purificare, per fecondare.”
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