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La Chiesa, popolo di Dio radicato in tutte le nazioni della terra

Redemptoris Mater - La Madre di Dio al Centro della Chiesa in cammino

Autore: San Giovanni Paolo II

Carissimi Fratelli e Sorelle ,

25. «La Chiesa “prosegue il suo pellegrinaggio tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio”,52 annunciando la passione e la morte del Signore fino a che egli venga (1Cor 11,26)».53 «Come già Israele secondo la carne, pellegrinante nel deserto, viene chiamato Chiesa di Dio (Es 13,1); (Nm 20,4); (Dt 23,1), così il nuovo Israele… si chiama pure Chiesa di Cristo (Mt 16,18), avendola egli acquistata col suo sangue (At 20,28), riempita del suo spirito e fornita dei mezzi adatti per l’unione visibile e sociale. Dio ha convocato tutti coloro che guardano con fede a Gesù, autore della salvezza e principio di unità e di pace, e ne ha costituito la Chiesa, perché sia per tutti e per i singoli sacramento visibile di questa unità salvifica».54 Il Concilio Vaticano II parla della Chiesa in cammino, stabilendo un’analogia con Israele dell’Antica Alleanza in cammino attraverso il deserto.

Il cammino riveste un carattere anche esterno, visibile nel tempo e nello spazio, in cui esso storicamente si svolge. La Chiesa, infatti, «dovendosi estendere a tutta la terra entra nella storia degli uomini, ma insieme trascende i tempi ed i confini dei popoli».55 Tuttavia, il carattere essenziale del suo pellegrinaggio è interiore: si tratta di un pellegrinaggio mediante la fede, «per virtù del Signore risuscitato»,56 di un pellegrinaggio nello Spirito Santo, dato alla Chiesa come invisibile Consolatore (parákletos) (Gv 14,26); (Gv 15,26); (Gv 16,7). «Tra le tentazioni e le tribolazioni del cammino la Chiesa è sostenuta dalla forza della grazia di Dio, promessa del Signore, affinché … non cessi, con l’aiuto dello Spirito Santo, di rinnovare se stessa, finché attraverso la Croce giunga alla luce che non conosce tramonto».57 Proprio in questo cammino-pellegrinaggio ecclesiale, attraverso lo spazio e il tempo, e ancor più attraverso la storia delle anime, Maria è presente, come colei che è «beata perché ha creduto», come colei che avanzava nella peregrinazione della fede, partecipando come nessun’altra creatura al mistero di Cristo. Dice ancor il Concilio che «Maria … per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per così dire e riverbera i massimi dati della fede».58

Tra tutti i credenti ella è come uno «specchio», in cui si riflettono nel modo più profondo e più limpido «le grandi opere di Dio» (At 2,11). 26. Edificata da Cristo sugli apostoli, la Chiesa è di venuta pienamente consapevole di queste grandi opere di Dio il giorno della pentecoste, quando i convenuti nel cenacolo «furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi» (At 2,4). Sin da quel momento inizia anche quel cammino di fede, il pellegrinaggio della Chiesa attraverso la storia degli uomini e dei popoli.

Si sa che all’inizio di questo cammino presente Maria, che vediamo in mezzo agli apostoli nel cenacolo, «implorante con le sue preghiere il don dello Spirito».59 Il suo cammino di fede è, in un certo senso, più lungo. Lo Spirito Santo è già sceso su di lei, che è diventata la fedele sua sposa nell’annunciazione, accogliendo il Verbo di Dio vero, prestando «il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà e acconsentendo volontariamente alla rivelazione data da lui», anzi, abbandonandosi tutta a Dio mediante «l’obbedienza della fede»,60 per cui rispose all’angelo: «Eccomi, sono la serva del Signore; avvenga di me quello che hai detto». Il cammino di fede di Maria, che vediamo orante nel cenacolo, è, dunque, più lungo di quello degli altri ivi riuniti: Maria li «precede», «va innanzi» a loro.61

Il momento della pentecoste a Gerusalemme è stato preparato, oltre che dalla Croce, dal momento dell’annunciazione a Nazareth. Nel cenacolo l’itinerario di Maria s’incontra col cammino di fede della Chiesa. In qual modo? Tra coloro che nel cenacolo erano assidui nella preghiera, preparandosi per andare «in tutto il mondo» dopo aver ricevuto lo Spirito, alcuni erano stati chiamati da Gesù gradualmente sin dall’inizio della sua missione in Israele. Undici di loro erano stati costituiti apostoli e ad essi Gesù aveva trasmesso la missione che egli stesso aveva ricevuto dal Padre: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi» (Gv 20,21), aveva detto agli apostoli dopo la risurrezione. E quaranta giorni dopo, prima di tornare al Padre, aveva aggiunto: quando «lo Spirito Santo scenderà su di voi …. mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra» (At 1,8). Questa missione degli Apostoli ha inizio sin dal momento della loro uscita dal cenacolo di Gerusalemme. La Chiesa nasce e cresce allora mediante le testimonianze che Pietro e gli altri apostoli rendono a Cristo crocifisso e risorto (At 2,31); (At 3,15); (At 4,10); (At 5,30). Maria non ha ricevuto direttamente questa missione apostolica. Non era tra coloro che Gesù inviò «in tutto il mondo per ammaestrare tutte le nazioni» (Mt 28,19), quando conferì loro questa missione.

Era, invece, nel cenacolo, dove gli apostoli si preparavano ad assumere questa missione con la venuta dello Spirito di verità: era con loro. In mezzo a loro Maria era «assidua nella preghiera» come «madre di Gesù» (At 1,13), ossia del Cristo crocifisso e risorto. E quel primo nucleo di coloro che nella fede guardavano «a Gesù, autore della salvezza»62 era consapevole che Gesù era il Figlio di Maria, e che ella era sua Madre, e come tale era, sin dal momento del concepimento e della nascita, una singolare testimone del mistero di Gesù, di quel mistero che davanti ai loro occhi si era espresso e confermato con la Croce e la risurrezione. La Chiesa, dunque, sin dal primo momento, «guardò» Maria attraverso Gesù, come «guardò» Gesù attraverso Maria. Questa fu per la Chiesa di allora e di sempre una singolare testimone degli anni dell’infanzia di Gesù e della sua vita nascosta a Nazareth, quando «serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19); (Lc 2,51).

Ma nella Chiesa di allora e di sempre Maria è stata ed è soprattutto colei che è «beata perché ha creduto»: ha creduto per prima. Sin dal momento dell’annunciazione del concepimento, sin dal momento della nascita nella grotta di Betlemme, Maria seguiva passo passo Gesù nel suo materno pellegrinaggio di fede. Lo seguiva lungo gli anni della sua vita nascosta a Nazareth, lo seguiva anche nel periodo del distacco esterno, quando egli iniziò a «fare ed insegnare» (At 1,1) in mezzo ad Israele, lo seguì soprattutto nella tragica esperienza del Golgota.

Ora, mentre Maria si trovava con gli apostoli nel cenacolo di Gerusalemme agli albori della Chiesa, trovava conferma la sua fede, nata dalle parole dell’annunciazione. L’angelo le aveva detto allora: «Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Egli sarà grande…, e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe, e il suo regno non avrà fine». I recenti eventi del Calvario avevano avvolto di tenebra quella promessa; eppure, anche sotto la Croce non era venuta meno la fede di Maria. Ella era stata ancora colei che, come Abramo, «ebbe fede sperando contro ogni speranza» (Rm 4,18). Ed ecco, dopo la risurrezione la speranza aveva svelato il suo vero volto e la promessa aveva cominciato a trasformarsi in realtà. Infatti, Gesù, prima di tornare al Padre, aveva detto agli apostoli: «Andate e ammaestrate tutte le nazioni … Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,19).

Così aveva detto colui che con la sua risurrezione si era rivelato come il trionfatore della morte, come il detentore del regno che «non avrà fine», secondo l’annuncio dell’angelo. 27. Ora agli albori della Chiesa, all’inizio del lungo cammino mediante la fede che cominciava con la pentecoste a Gerusalemme, Maria era con tutti coloro che costituivano il germe del «nuovo Israele».
Era presente in mezzo a loro come una testimone eccezionale del mistero di Cristo. E la Chiesa era assidua nella preghiera insieme a lei e, nello stesso tempo, «la contemplava alla luce del Verbo fatto uomo». Così sarebbe stato sempre. Infatti, quando la Chiesa «penetra più profondamente nell’altissimo mistero dell’incarnazione», pensa alla Madre di Cristo con profonda venerazione e pietà.63 Maria appartiene indissolubilmente al mistero di Cristo, ed appartiene anche al mistero della Chiesa sin dall’inizio, sin dal giorno della sua nascita. Alla base di ciò che la Chiesa è sin dall’inizio, di ciò che deve continuamente diventare, di generazione in generazione, in mezzo a tutte le nazioni della terra, si trova colei «che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore» (Lc 1,45). Proprio questa fede di Maria, che segna l’inizio della nuova ed eterna Alleanza di Dio con l’umanità in Gesù Cristo, questa eroica sua fede «precede» la testimonianza apostolica della Chiesa, e permane nel cuore della Chiesa, nascosta come uno speciale retaggio della rivelazione di Dio. Tutti coloro che, di generazione in generazione, accettando la testimonianza apostolica della Chiesa partecipano a quella misteriosa eredità, in un certo senso, partecipano alla fede di Maria.

Le parole di Elisabetta «Beata colei che ha creduto») continuano ad accompagnare la Vergine anche nella pentecoste; la seguono di età in età, dovunque si estenda, mediante la testimonianza apostolica e il servizio della Chiesa, la conoscenza del mistero salvifico di Cri sto. Così si adempie la profezia del Magnificat: «Tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto di me l’Onnipotente, e santo è il suo nome» (Lc 1,48). Infatti, alla conoscenza del mistero di Cristo consegue la benedizione della madre sua, nella forma di speciale venerazione per la Theotókos. Ma in questa venerazione e sempre inclusa la benedizione della sua fede, perché la Vergine di Nazareth è diventata beata soprattutto mediante questa fede, secondo le parole di Elisabetta. Coloro che in ogni generazione, fra i diversi popoli e nazioni della terra, accolgono con fede il mistero di Cristo, Verbo incarnato e Redentore del mondo, non solo si volgono con venerazione e ricorrono con fiducia a Maria come a sua madre, ma cercano nella fede di lei il sostegno per la propria fede. E appunto questa viva partecipazione alla fede di Maria decide della sua speciale presenza nel pellegrinaggio della Chiesa, quale nuovo popolo di Dio su tutta la terra. 28. Come dice il Concilio, «Maria … per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza …, mentre viene predicata e onorata, chiama i credenti al Figlio suo, al suo sacrificio e all’amore del Padre».64

Perciò in qualche modo la fede di Maria, sulla base della testimonianza apostolica della Chiesa, diventa incessantemente la fede del popolo di Dio in cammino: delle persone e delle comunità, degli ambienti e delle assemblee, e infine dei vari gruppi esistenti nella Chiesa. È una fede che si trasmette ad un tempo mediante la conoscenza e il cuore; si acquista o riacquista continuamente mediante la preghiera. Perciò, «anche nella sua opera apostolica la Chiesa giustamente guarda a colei che generò Cristo, concepito appunto dallo Spirito Santo e nato dalla Vergine per nascere e crescere anche nel cuore dei fedeli per mezzo della Chiesa».65 Oggi che in questo pellegrinaggio di fede ci avviciniamo al termine del secondo Millennio cristiano, la Chiesa, mediante il magistero del Concilio Vaticano II, richiama l’attenzione su ciò che essa vede in se stessa, come «un solo popolo di Dio…, radicato in tutte le nazioni della terra», e sulla verità secondo la quale tutti i fedeli, anche se «sparsi per il mondo, comunicano con gli altri nello Spirito Santo»,66 sicché si può dire che in questa unione si realizza di continuo il mistero della pentecoste. Nello stesso tempo, gli apostoli e i discepoli del Signore in tutte le nazioni della terra sono assidui nella preghiera insieme con Maria, la madre di Gesù» (At 1,14). Costituendo di generazione in generazione il «segno del Regno», che non è di questo mondo,67 essi sono anche consapevoli che in mezzo a questo mondo devono raccogliersi con quel Re, al quale sono state date in eredità le genti (Sal 2,8), al quale il Padre ha dato «il trono di Davide, suo padre», sicché egli «regna per sempre sulla casa di Giacobbe, e il suo regno non avrà fine».

In questo tempo di vigilia Maria, mediante la stessa fede che la rese beata specialmente dal momento dell’annunciazione, è presente nella missione della Chiesa, presente nell’opera della Chiesa che introduce nel mondo il Regno del suo Figlio.68 Questa presenza di Maria trova molteplici mezzi di espressione al giorno d’oggi come in tutta la storia della Chiesa. Possiede anche un multiforme raggio d’azione: mediante la fede e la pietà dei singoli fedeli, mediante le tradizioni delle famiglie cristiane, o «chiese domestiche», delle comunità parrocchiali e missionarie, degli istituti religiosi, delle diocesi, mediante la forza attrattiva e irradiante dei grandi santuari, nei quali non solo individui o gruppi locali, ma a volte intere nazioni e continenti cercano l’incontro con la Madre del Signore, con colei che è beata perché ha creduto, è la prima tra i credenti e perciò è diventata Madre dell’Emanuele. Questo è il richiamo della Terra di Palestina, patria spirituale di tutti i cristiani, perché patria del Salvatore del mondo e della sua Madre.

Questo è il richiamo dei tanti templi che a Roma e nel mondo la fede cristiana ha innalzato lungo i secoli. Questo è il richiamo di centri come Guadalupe, Lourdes, Fatima e degli altri sparsi nei diversi paesi, tra i quali come potrei non ricordare quello della mia terra natale, Jasna Góra? Si potrebbe forse parlare di una specifica «geografia» della fede e della pietà mariana, che comprende tutti questi luoghi di particolare pellegrinaggio del popolo di Dio, il quale cerca l’incontro con la Madre di Dio per trovare, nel raggio della materna presenza di «colei che ha creduto», il consolidamento della propria fede. Infatti, nella fede di Maria, già all’annunciazione e compiutamente ai piedi della Croce, si è riaperto da parte dell’uomo quello spazio interiore, nel quale l’eterno Padre può colmarci «di ogni benedizione spirituale»: lo spazio della «nuova ed eterna Alleanza».

69 Questo spazio sussiste nella Chiesa, che è in Cristo «un sacramento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano».70 Nella fede, che Maria professò annunciazione come «serva del Signore» e nella quale costantemente «precede» il popolo di Dio in cammino su tutta la terra, la Chiesa «senza soste tende a ricapitolare tutta l’umanità … in Cristo capo, nell’unità dello Spirito di lui»

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