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Rientrare in sé, uscire da sé, sollevarsi al di sopra di sé

Le tre fasi dell'orazione

Autore: Padre Augusto Saudreau

 

1° Rientrare in sè e meditare la propria miseria, senza tuttavia perdere di vista la misericordia divina;

2° uscire da sè, e riandare nella propria memoria i benefizi divini con riconoscenza ed amore;

3° sollevarsi al di sopra di sè colla contemplazione delle cose divine e di Dio stesso; ecco le tre fasi dell’orazione che il Signore descrisse a S. Geltrude: « Di’ a quella persona che s’ella desidera l’unione d’amore, deve come un un uccello nobile e generoso, costruirsi a’ miei piedi un nido colle frasche della propria miseria e coi rami della mia grandezza per riposarvisi nel ricordo continuo della propria miseria, perchè l’uomo mortale è di sua, natura pronto al male e tardo al bene, se non è prevenuto dalla grazia. Mediti frequentemente la mia misericordia, rammentando quanto paternamente sono io disposto a riceverla dopo la ‘sua caduta, quando ritorna a me colla penitenza. Ma, quando vorrà spiccare il volo dal caro nido per ricercare il suo pascolo, venga nel mio seno a riandare nella sua memoria, con amore e riconoscenza, i benefizi ch’io spando sopra di lei dalla sovrabbondanza della mia tenerezza. Che s’ella gode di spingere più lontano il suo volo e di salire più alto sull’ala de’ suoi desideri, si sollevi, a guisa d’agile aquila, al disopra di se stessa, mediante la contemplazione delle cose celesti, volando davanti alla mia faccia e, sollevata sull’ali di serafino nello slancio audace dell’amore, contempli col puro sguardo dello spirito il Re celeste nella sua gloria.
« Ma, perché non appartiene alla vita presente rimanere lungamente sulle più alte cime della contemplazione, a cui anzi si fa difficoltà a sollevarsi, – l’ora è rara e breve è il soggiorno. dice S. Bernardo. – le è giuocoforza, il ripiegare le ali col ricordo della propria miseria e tosto ridiscendere nel proprio nido, riposarvisi per qualche tempo, fino che solo l’azione della grazia, ella abbia il piacere di volarsene verso ridenti pascoli e in quello slancio ella la fa uscire da se stessa di raggiungere poi le vette della divina contemplazione. E così per queste alternative, sia che rientri in sè per la considerazione della propria fragilità, sia che esca da sè per il ricordo de’ miei benefizi, sia ancora che si sollevi per la contemplazione delle cose celesti, ella gusti sempre le delizie dei gaudi celesti».

12.Dio Padre disse a S. Caterina da Siena « Spesso l’anima nella sua ignoranza si ostina a recitare colla lingua certe preghiere, quand’io la visito, ora dandole un chiaro conoscimento di sè e la contrizione delle sue colpe, ora facendole intendere la grandezza della mia carità, altre volte manifestandole in diversi modi la presenza del mio Figliuolo diletto. Ella non deve far così, perchè facendolo sarebbe inganno del demonio. Ma subito che sente la mia visita, come ho detto, deve abbandonare la preghiera vocale per la preghiera mentale e non ripigliarla salvo elle abbia tempo. Non avendo tempo, non se ne deve curare, nè venirne a tedio, né a confusione di mente, perchè ha fatto ciò che doveva fare. Bisogna tuttavia eccettuare 1’uffizio divino, che gli ecclesiastici e i religiosi sono obbligati a dire. E non dicendolo, m’offendono, poiché, vi sono tenuti fino alla morte. E se sentissero la loro mente tratta all’orazione mentale all’ora ch’essi dovrebbero consacrare alla recita dell’ufficio, devono dirlo prima o dopo, perché non devono mai tralasciarlo.

L’anima deve cominciare dalla preghiera vocale per arrivare alla preghiera mentale e, appena che vi al trova disposta, ella serberà il silenzio. La preghiera vocale, fatta come ho detto, conduce alla preghiera perfetta.
« Alcuni partecipano al corpo e al sangue di Cristo virtualmente, quantunque non sacramentalmente, perchè partecipano all’ardore della carità per mezzo della santa preghiera poco o molto secondo le disposizioni di chi prega. Colui che prega con poca applicazione, raccoglie poco; colui che prega con molta applicazione, raccoglie molto. Quanto più l’anima si sforza di purificare l’amor suo e unirsi a Me col lume dell’intelletto, tanto più mi conosce; quanto più mi conosce, tanto più mi ama; quanto più mi ama, tanto più mi gusta..

« Adunque vedi che l’orazione perfetta non s’acquista con’ molte parole, ma con affetto di desiderio levandosi in Me con conoscimento di sè condito insieme l’uno coll’altro».

13.Il Signore diede questa istruzione a santa Matilde: « Quando ti mando qualche grazia, lascia tutto, sbrigati da tutto, per modo che, più libera e più sciolta, tu goda la grazia che ti è infusa; perchè, in quel momento, tu non puoi far nulla di meglio o di più utile. Quando reciti i salmi o qualche altra preghiera che recitavano i Santi sopra la terra, tutti i Santi pregano per te. Quando mediti o quando t’intrattieni con me, tutti i Santi mi benedicono con gioia ».

14.S. Veronica Giuliani ci mostrò come l’unione della nostra volontà con quella di Dio è la stessa sostanza dell’orazione; quando l’anima è anche unita di mente, in grazia dei vivi lumi che le sono comunicati e che assorbono tutta la sua attenzione, l’unione è più completa; essa è più dolce ancora quando la sensibilità è toccata dalla grazia e il cuore deliziosamente intenerito. Ma l’unione sensibile potrebbe trovarsi là dove non si trova l’unione di volontà; perchè, anche prima che l’anima abbia, rinunziato alla sua volontà propria, quando pure questa fosse colpevolissima, il Signore può darle dei lumi, che le ispirano desideri ancora inefficaci, velleità, che producono nel sentimento dolci emozioni: finchè la volontà non sarà conforme a quella di Dio, non sarà l’unione. Quindi il Signore disse a S. Teresa: « Non pensare, figlia mia, che l’unione consista nel trovarsi a contatto con me, perchè quelli che mi offendono ci si trovano loro malgrado. Le dolcezze e le delizie dell’orazione, anche quelle che raggiungono un grado elevatissimo e di cui io sono l’autore, non sono l’unione.

Sovente sono mezzi di cui mi servo per attirare le anime che non sono in grazia con me» – « lo capii, dice S. Teresa, che l’unione è una disposizione pura e libera da tutte le cose della terra, in cui non si trova più nessuna tendenza contraria alla volontà di Dio, in cui l’intelletto e la volontà sono conformi a questa divina volontà, distaccati da tutto, totalmente occupati di Dio e in cui non v’ha più traccia dell’amore di sè nè d’alcuna cosa creata». Questo stato d’unione nelle anime perfette dura sempre, anche quand’esse hanno la mente occupata del compimento dei loro doveri; non per questo sono esse in quell’orazione che S. Teresa chiama orazione d’unione, che è uno stato estatico, in cui non solo la volontà, ma tutte le potenze sono unite a Dio e assorbite nella contemplazione e nell’amore. Questo stato di assorbimento non si può prolungare neppure nelle anime più favorite, come fu detto ancora a S. Teresa. Io, continua ella, credetti di udire quanto segue, sebbene ciò fosse senza parole: « Noi ci ricollochiamo così presto in mezzo a questa nube di polvere sollevata dalle nostre miserie, dalle nostre mancanze, dagli ostacoli d’ogni genere, che non ci è quasi possibile conservar sempre quella purezza che possiede il nostro spirito nel momento in cui si unisce a Dio. Tale stato sarebbe troppo lontano dalla nostra estrema miseria, troppo elevato al disopra di essa ». Da ciò segue che le distrazioni involontarie, non impedendo l’unione della volontà a quella di Dio, non impediscono il frutto dell’orazione .

15.Nostro Signore diede a Maddalena Vigneron le istruzioni seguenti, di cui è superfluo notare l’importanza: «Figlia mia, voglio darti uno schiarimento sui colloquii d’amore, perchè tu sappia se tutto ciò che se ne scrisse è uscito dal tuo Gesù crocifisso, e se il tuo proprio spirito e il demonio stesso non ne produssero parecchi. Per farne un buon discernimento è d’uopo notare che quelli ch’io produssi, partirono dal segreto e dal centro del mio cuore e si formarono nel segreto e nel centro dell’anima tua, con poche parole, in vero, ma amorosissime… Ecco qual era, il succo e la sostanza delle mie parole nell’anima tua: io sono il tuo Dio: sono la vita dell’anima tua; tu non sei capace sono la vita dell’anima tua; tu non sei capace d’amarmi quant’io t’amo; oh! quanto ti amo.

Tutti i miei colloquii erano di tale natura; non era punto il tuo senso proprio che li preduceva, ma propriamente il cuore del tuo Gesù crocifisso. Siffatte espressioni d’amore mettono e lasciano l’anima in una gran pace, ed essa diventa come divinizzata.
« Mia cara figlia, non v’ha dubbio alcuno che non sia uscita dal tuo proprio senso naturale una quantità d’altre specie di colloquii, in cui tu hai potuto notare una profusione di parole molto frequenti ed abbastanza bene disposte, elle corrispondevano le une alle altre, come la eco, per domande e risposte. Tu mi parlavi cuore a cuore molto familiarmente e mi facevi rispondere; erano conversazioni che l’anima tua si faceva in virtù del santo amore di cui era ripiena, senza tuttavia sentirne molto effetto. Ma sappi che quando l’amore parla per se stesso, non lascia all’anima questa gran libertàe questo potere di far tante domande e risposte; egli tende a imprimersi su tutte le potenze facendosi vivamente sentire, e il suo fuoco così diffuso s’applica unicamente a distruggere tutto ciò che gli è opposto e che vuol far qualche resistenza, come accadeva in te, quando la mia misericordia ti favoriva di quel dolce bacio, elle s’imprimeva sull’orlo delle tue labbra. E’ vero ch’io mi sono urtato un’infinità di volte colla mia animuccia, vedendola perdersi così in questa sorta di colloquii, in cui ella trovava una piccola sensualità spirituale; ma i colloquii ch’io operavo non avevano nulla di materiale nella loro sostanza, essendo prodotti dalla pura forza del mio Spirito Santo ».

16.« Ancor una volta ti dico che in verità essi uscivano dal centro del mio Cuore ed erano un’emanazione del mio amore. Non ho io dunque motivo di lagnarmi del tuo cuore che annientava un amore ch’era eterno, per ammnetterne un altro che era solo passeggero? Non era egli un trattarmi con un certo disprezzo, quando nel tempo stesso che ti esprimevo l’amore che avevo per il tuo cuore con queste parole vere: Oh! quanto ti amo, invece di trar profitto da quest’amicizia, tu la trascuravi mentre ti trastullavi a prestar attenzione alle produzioni del tuo spirito? Tuttavia non condannai affatto la buona volontà che avevi d’amarmi e di favellarmi in tal modo; perchè tutti codesti colloquii si formavano in te in conseguenza della forza del mio più puro amore; infatti, dopo ch’esso ebbe fatto una grand’impressione su tutte le potenze dell’anima, gli spiriti naturali ne rimanevano intimamente compenetrati, e, per il grande ardore ond’erano infiammati, producevano codesti ragionamenti così frequenti, oosì dolci e così gradevoli. Ma ciò che mi spiaceva era il ritardo che portavano alla tua maggior perfezione.

17.« Il demonio, per conto proprio, non poò mescolarvi del suo se non un bollore di desideri, che qualche volta fu sul punto di privarti della mia presenza attuale a cagione della sregolatezza delle passioni che si sollevavano durante quei discorsini. Sai tu bene che, quando le potenze spirituali dell’anima tua erano come inabissate nel loro centro, quello sciagurato ebbe perfino la sfrontatezza di creare e formare nella tua immaginazione dei colloquia in certo modo simili a quelli che erano divini?… Egli conosce molto bene che la sensualità corporale per mia gran misericordia è in te attutita e che a lui fa d’uopo di cercar altri mezzi per riuscire nel suo intento. Che fa egli? Segue da vicino le mie proprie operazioni e si serve dell’unione che l’anima ha col corpo per ridestare e fomentare tutto ciò che conosce esser capace di sregolatezza nella natura corrotta dal peccato.

« Nondimeno è a lui impossibile intraprendere qualcuna di queste false operazioni, se non ha prima scoperto ch’io ho fatto impressione sul tuo cuore con qualche tocco amoroso. Ma, appena che se ne può accorgere, egli eccita nelle potenze dell’anima tua una piccola gioia segreta, che si espande per tutto; e tale gioia ti fa concepire desideri d’àmarmi, ma in modo assai imperfetto, giacchè il tutto contribuisce a mantenere nell’anima tua quei piccoli gusti e delicatezze, che soffocano quello che c’è di più puro amore… Egli fece ogni sforzo perchè il fuoco del mio amore diventasse come materiale per mezzo di specie (rappresentazioni) ch’egli formava nella tua immaginazione. Nondimeno resta sempre in fondo all’anima tua tanto lume da vedere con qualche certezza che non sono io solo che opero… Il demonio non tendeva che a combattere lo Spirito divino sulla pratica della rinunzia a questa sorta di gusti… Da un’altra parte, il tuo Gesù crocifisso, non volendo trovar nulla nell’anima tua che si opponesse alla sua amicizia e che non fosse puro amore, l’attraeva fortemente a sè colle sue dolci e amorose comunicazioni. Tale contrarietà, fu la causa di quelle grandi pene; perchè quell’abominevole aveva già preso un si grand’impero sull’anima tua, e lo aveva insinuato in tutte le sue potenze un certo amor proprio tendente a soddisfarsi.

Figlia mia carissima, io ti faccio conoscere tutto questo, affinchè mi ringrazi della gran misericordia ch’ebbi per l’anima tua, avendola tratta, da codesto pantano d’imperfezioni, che avrebbe impedito il tuo avanzamento; se non ci fosse stata l’innocenza del tuo cuore e la tua obbedienza, tu saresti rimasta in quella disgrazia, nella quale è sepolta la maggior, parte delle anime spirituali, sebbene illuminatissime ».

18.« Hai tu notato che, in conseguenza della proibizione del tuo direttore d’intrattenerti in simili discorsi e colloquii, sentisti nell’anima tua annientarsi e fonderei qualche cosa, come si fonde la cera nel fuoco? Tu non potevi discernere nè spiegare che cosa ciò fosse, tanto più che il demonio t’aveva accecata, e gli spiriti naturali erano incantati d’una divozione sensibile. Il mio amore n’ebbe compassione e, per liberarti da simili bassezze, ti fece entrare per pura fede in un’ampia e profonda idea del mio essere incomprensibile».

19.Un giorno, racconta Maria Brotel, Gesù mi disse: «Io non posso abbastanza conversare con te. Voglio che tu faccia molto seriamente un corso di spirituali esercizi, ma voglio che ti sia imposto di farlo; di’ al tuo direttore che tu desideri di raccoglierti almeno in solitudine per qualche giorno». – Non capisco che cosa volete dire, risposi io. – « Te lo farò capire; tu mi seguirai nelle meditazioni che ti si daranno, non farai altro che questo. Io, dal canto mio, verrò più spesso, ti parlerò; poi tu non mi rifiuterai nulla di tutto ciò che ti chiederò.

Non ti voglio lasciar passar nulla; ma cancellerò anche tutta la pena che puoi aver cagionata a me e al Padre mio, allo Spirito Santo o alla mia Madre. Voglio che durante codesto ritiro tu domandi il vero disprezzo del mondo e il vero conoscimento di me stesso; domanda ancora ch’io t’inondi del mio spirito di luce, d’amore e d’abbandono. Tu credi che è per te ch’io ti chiedo tutto ciò; oh! in quanto a questo tu non ci penserai, e tutto ciò; oh! in quanto a questo tu non ci penserai, e nemmeno ti occuperai di te, ma de’ tuoi fratelli, niente di più. Non mi chiederai mai abbastanza. Fa ciò che voglio io e non ciò che vuoi tu; voglio che tu non faccia mai la tua volontà in nulla, Io per me, non la feci mai. Figlia della croce, ascendi sulla croce, ci resterai finchè io ti dica di scenderne; se voglio lasciarviti fino alla morte, ci resterai; non mi chiedere più di scendere, è inutile.

« Quand’io chiesi al mio Padre d’allontanare questo calice da me, mi fu risposto: no; ed io dico a te: no; eppure t’amo assai più che tu non pensi. E’ perchè t’amo che ti tratto in questo modo. Io non mi occuperò di te, ma sono le anime, sono i tuoi fratelli che io t’affido. Muori d’amore per le anime, tu sei la vittima de’ tuoi fratelli ».

Egli ripigliò: « Oh! quanto si può fare in un ritiro! ma quello che mi dà gran pena, è che le anime si turbano, si tormentano, non s’appoggiano abbastanza sul mio amore, s’occupano troppo di se stesse e non abbastanza dell’anima dei loro fratelli. Oh! come vorrei che le anime fossero in pace, nell’amore, con me e non con se stesse; mi presentino i loro fratelli, poi si abbandonino senza limiti. Durante i tuoi esercizi, come ti ho detto e chiesto, prega per le anime ».

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