5 minuti

Riflessioni per meditare il lunedì dell’ottava di Pasqua.

Autore: Autori Cristiani

Gesù risuscitato va incontro alle sante donne

«Il SIGNORE è risorto, come aveva predetto; rallegriamoci ed esultiamo: egli regna in eterno. Alleluia». La Chiesa, con l’antifona di ingresso della Messa di oggi, ci invita ad unirci tutti in coro a questa esclamazione di gioia. La domenica di Resurrezione è un mistero tanto grande che la liturgia non le dedica solo un giorno, «sarebbe troppo poco per tanta gioia»[1], ma tutta una settimana, facendone l’ottava di Pasqua. Questi otto giorni formano quasi una lunga domenica, poiché non è possibile racchiudere in ventiquattro ore la gioia di sapere che Gesù, con le sue piaghe gloriose, è vivo e ci dice:«Chi combatterà contro di me? Io sono Cristo che ho distrutto la morte, che ho vinto il nemico, che ho messo sotto i piedi l’inferno, che ho imbrigliato il forte e ho elevato l’uomo alle sublimità del cielo; io, dice, sono il Cristo»[2].

Le donne che seguivano il Signore, mosse dall’amore, erano andate a visitare la tomba del loro Maestro. Ma tornano immediatamente a casa, di corsa, per raccontare agli altri ciò che era successo: l’hanno trovata vuota e hanno incontrato Gesù…. vivo! «Abbandonato in fretta il sepolcro – ci dice il Vangelo -, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli» (Mt 28, 8). È lo stesso Cristo, risuscitato, che va incontro a loro e le conferma in quella decisione apostolica: «andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno» (Mt 28, 10).

Loro avvertono una gioia sorprendente, compatibile pure con una certa confusione, perché non è facile dimenticare le scene della passione. Non mettono in discussione ciò che hanno visto: senza dubbio è Gesù che le ha incrociate nel cammino; era suo il modo di guardare era suo il tono di voce. «Dopo i riti del Triduo Pasquale, che ci hanno fatto rivivere il mistero della morte e resurrezione di nostro Signore, ora, con gli occhi della fede, lo contempliamo risuscitato e vivo. Anche noi siamo chiamati ad incontrarlo personalmente e a farci suoi araldi e testimoni»[3].

Le sante donne diventano annunciatrici

MARIA MADDALENA e le altre donne che seguono Gesù saranno le incaricate di dare la notizia agli apostoli. Gesù affida loro il primo annuncio della Resurrezione, loro saranno «le prime testimoni di questa verità. Forse vuol premiare la loro delicatezza, la loro sensibilità al suo messaggio, la loro fortezza che le aveva spinte fino al Calvario»[4] . Il cuore di queste donne arde di un intenso amore a Gesù, per questo non abbandonano il sepolcro. Maria Maddalena «cercava colui che non aveva trovato, lo cercava piangendo e ardente del fuoco dell’amore. Perciò – dice San Gregorio -, lei fu la sola a vederlo allora, perché era rimasta a cercarlo, perché ciò che dà forza alle buone opere è la perseveranza in esse»[5]. Quelle donne diventano apostoli di apostoli. Saranno loro a far uscire i discepoli una volta per tutte dal loro nascondiglio a cercare pure loro il Signore.

La forza della loro testimonianza nasce da un amore sincero per il Maestro. Il motore dell’evangelizzazione nella Chiesa è sempre stata la carità. Così succede nella vita dei Santi che, mossi dal fuoco dell’amore al Signore, l’hanno annunciato con coraggio. Come i fiumi straripano dall’alveo in primavera, rendendo più fertile la campagna, «l’apostolato è amore di Dio che trabocca nel dono di se stessi agli altri. La vita interiore porta a crescere nell’unione con Cristo per mezzo del Pane e della Parola; e la sollecitudine apostolica è la manifestazione esatta, adeguata, necessaria, della vita interiore. Quando si assapora l’amore di Dio, si sente il peso delle anime. (…). Per il cristiano, l’apostolato è un fatto connaturale alla sua condizione; non è qualcosa di aggiunto, di sovrapposto, di estrinseco alla sua attività quotidiana»[6].

Ora sappiamo che il Signore è vivo e ci ama; questa è la grande notizia che colma di speranza la nostra vita. Per questo desideriamo che molti possano pure goderne. Gesù stesso ci viene incontro per confermare il nostro anelito e, allo stesso tempo, per trasformarlo in missione dei suoi discepoli nella storia: «Andate e annunciate». Sembra dire a ciascuno di noi: “con la tua vita, con la tua parola, con la tua amicizia, anche tu puoi comunicare ai tuoi fratelli gli uomini la grande notizia che la vita è più forte della morte, e l’amore più forte dell’odio”.

L’incontro con Gesù risuscitato dà coraggio

DIVERSAMENTE dalle sante donne, le guardie che custodivano il sepolcro restarono sconvolte quando lo scoprirono vuoto. Pensarono che qualcuno avesse rubato il corpo. Non seppero interpretare ciò che era successo. Si allarmarono perché si resero conto che le loro vite erano in pericolo. Entrarono in città e informarono le autorità giudee. I sommi sacerdoti e gli anziani comprarono il loro silenzio con una somma di denaro consistente. E assicurarono protezione nel caso che giungesse a Pilato notizia della loro negligenza.

Mentre le donne riacquistano il coraggio quando scoprono che Cristo vive, le autorità parlano di un morto che temono. Mentre le sante donne lasciano il sepolcro piene di gioia per comunicare la notizia agli altri, i soldati fuggono da là con l’intenzione di nascondere quanto successo. Esse recuperano la pace; essi, invece, cedono alla paura e alla menzogna.«Oggi il Risorto ripete a noi, come a quelle donne, (…) di non aver paura di diventare messaggeri dell’annuncio della sua resurrezione. Non deve temere nulla chi incontra Gesù risorto e a lui si affida docilmente con rinnovato coraggio. Questo è il messaggio che i cristiani sono chiamati a diffondere fino agli ultimi confini della terra»[7]. Ogni giorno abbiamo molte opportunità per comunicare in modo semplice e convinto la nostra fede agli altri; così il nostro incontro può risvegliare in essi la fede. Ed è veramente urgente che gli uomini e le donne del nostro tempo conoscano e incontrino Gesù e, grazie anche al nostro esempio, si lascino conquistare da lui»[8].

Rivestiti della gioia pasquale, possiamo invocare Maria perché ci faccia testimoni dell’amore di Gesù Cristo, messaggeri della speranza che lui ci ha conquistato con la sua vittoria.

 

[1] Benedetto XVI, Regina coeli, 9-IV-07.

[2] Melitone di Sardi. Omelia per la Pasqua (Ufficio delle letture)

[3] Francesco, Regina coeli, 22-IV-2019

[4] San Giovanni Paolo II, Udienza generale, 22-II-2019.

[5] San Gregorio Magno, Omelia 25, 1-2. 4-5.

[6] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 122.

[7] Benedetto XVI, Regina coeli, 9-IV-2007.

[8] Ibid.

Link alla fonte »