Risurrezione, Ascensione e seconda venuta di Cristo
La Risurrezione: verità fondamentale della nostra fede, Dio ha aperto all’uomo la via per la vita eterna
Autore: Antonio Ducay
1. Cristo fu sepolto e discese agli inferi
Dopo aver sofferto ed essere morto, il corpo di Cristo fu sepolto in un sepolcro nuovo, non lontano dal luogo dove lo avevano crocifisso. La sua anima, invece, discese agli inferi. La sepoltura di Cristo dimostra che Egli morì per davvero. Dio dispose che Cristo subisse lo stato di morte, ossia di separazione tra l’anima e il corpo (cfr. Catechismo , 624). Durante il tempo in cui Cristo rimase nel sepolcro sia la sua anima che il suo corpo, separati tra loro a causa della morte, continuarono a essere uniti alla sua Persona divina (cfr. Catechismo , 626).
Dato che continuava a far parte della Persona divina, il corpo morto di Cristo non subì corruzione (cfr. Catechismo, 627; At 13, 37). L’anima di Cristo discese agli inferi. «Gli ‘inferi’ – diversi dall’ inferno della dannazione – costituivano lo stato di tutti coloro, giusti e cattivi, che erano morti prima di Cristo» ( Compendio , 125). I giusti si trovavano in uno stato di felicità (si dice che riposavano nel “seno di Abramo”) pur non avendo ancora la visione di Dio. Dicendo che Gesù discese agli inferi, intendiamo la sua presenza nel “seno di Abramo” per aprire le porte del cielo ai giusti che lo avevano preceduto. «Con l’anima unita alla sua Persona divina, Gesù ha raggiunto negli inferi i giusti che attendevano il loro Redentore per accedere infine alla visione di Dio» ( Compendio , 125).
Con la discesa agli inferi Cristo dimostrò la sua signoria sul demonio e la morte, liberando le anime sante ivi trattenute per portarle alla gloria eterna. In tal modo la Redenzione – che doveva arrivare agli uomini di tutti i tempi – fu applicata a quelli che avevano preceduto Cristo (cfr. Catechismo , 634).
2. La glorificazione di Cristo
La glorificazione di Cristo consiste nella sua Risurrezione e nella sua Esaltazione nei cieli, dove Cristo è seduto alla destra del Padre. Il senso generale della glorificazione di Cristo è legato alla sua morte sulla Croce. Come per la passione e morte di Cristo, Dio cancellò il peccato e riconciliò a sé il mondo, in modo simile, con la risurrezione di Cristo, Dio inaugurò la vita del mondo futuro e la mise a disposizione degli uomini.
I benefici della salvezza non derivano solo dalla Croce, ma anche dalla Risurrezione di Cristo. Questi frutti si applicano agli uomini con la mediazione della Chiesa e con i sacramenti. In sostanza, con il Battesimo riceviamo il perdono dei peccati (del peccato originale e di quelli personali) e l’uomo si riveste con la grazia della nuova vita del Risuscitato.
3. La Risurrezione di Cristo
“Il terzo giorno” (dalla sua morte) Gesù risuscitò a una vita nuova. La sua anima e il suo corpo, pienamente trasfigurati dalla gloria della sua Persona divina, tornarono a unirsi. L’anima assunse di nuovo il corpo e la gloria dell’anima si comunicò pienamente al corpo. Per questo motivo, «la Risurrezione di Cristo non è stata un ritorno alla vita terrena. Il suo corpo risuscitato è quello che è stato crocifisso e porta i segni della sua Passione, ma è ormai partecipe della vita divina con le proprietà di un corpo glorioso» ( Compendio , 129).
La Risurrezione del Signore è il fondamento della nostra fede, dato che attesta in modo incontestabile che Dio è intervenuto nella storia dell’uomo per salvare gli uomini; inoltre, garantisce la verità di quello che predica la chiesa su Dio, sulla divinità di Cristo e la salvezza degli uomini. Dice San Paolo: «se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede» ( 1 Cor 15, 17).
Gli apostoli non poterono ingannarsi o inventare la risurrezione. Se il sepolcro di Cristo non fosse stato vuoto, non avrebbero potuto parlare della risurrezione di Gesù; inoltre, se il Signore non fosse apparso loro in varie occasioni e a tante persone, uomini e donne, molti discepoli di Cristo non l’avrebbero accettata, come accadde inizialmente all’apostolo Tommaso. Ancor meno essi avrebbero dato la vita per una menzogna. Come dice San Paolo, «se Cristo non è risuscitato, […] risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato» ( 1 Cor 15, 14-15). Quando le autorità israelite volevano far cessare la predicazione del vangelo, San Pietro rispose: «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo alla croce. […] E di questi fatti siamo testimoni noi» ( At 5, 29-30.32).
Oltre ad essere un evento storico, verificato e attestato attraverso segni e testimonianze, la Risurrezione di Cristo è un avvenimento trascendente perché, «in quanto entrata dell’umanità di Cristo nella gloria di Dio, trascende e supera la storia come mistero della fede» ( Compendio , 128). Per questo motivo Gesù Risuscitato, pur possedendo una vera identità fisico-corporea, non è sottoposto alle leggi fisiche terrene e si assoggetta ad esse solo perché lo desidera: «Gesù risorto è sovranamente libero di apparire ai suoi discepoli come e dove vuole, e sotto aspetti diversi» ( Compendio , 129).
La Risurrezione di Cristo è un mistero di salvezza. Mostra la bontà e l’amore di Dio che ricompensa l’umiliazione di suo Figlio e impiega la sua onnipotenza per colmare gli uomini di vita. Gesù Risorto possiede nella propria umanità la pienezza di vita divina, tanto da comunicarla agli uomini: «Il Risorto, vincitore del peccato e della morte, è il principio della nostra giustificazione e della nostra Risurrezione: fin d’ora ci procura la grazia dell’adozione filiale, che è reale partecipazione alla sua vita di Figlio unigenito; poi, alla fine dei tempi, Egli risusciterà il nostro corpo» ( Compendio , 131). Cristo è il primogenito tra i morti e tutti risusciteremo per Lui e in Lui.
Dalla Risurrezione di Nostro Signore noi dobbiamo ricavare:
a) Una fede viva: «Ravviva la tua fede. Cristo non è una figura del passato. Non è un ricordo che si perde nella storia. È vivo! Iesus Christus heri et hodie, ipse et in saecula” – dice San Paolo – Gesù Cristo ieri, oggi e sempre!» [1] .
b) La speranza: «Non disperare mai. Morto e corrotto era Lazzaro: “Iam foetet, quatriduanus est enim” ; puzza – dice Marta a Gesù, è sepolto già da quattro giorni. Se ascolti l’ispirazione di Dio, e la segui – “Lazare, veni foras!” – Lazzaro, vieni fuori –, tornerai alla Vita» [2] .
c) Il desiderio che la grazia e la carità ci trasformino, facendoci vivere una vita soprannaturale, che è la vita di Cristo: cercando di essere realmente santi (cfr. Col 3, 1 e ss.). Il desiderio di purificare i nostri peccati nel sacramento della Penitenza, che ci fa risuscitare alla vita soprannaturale – se l’avevamo perduta a causa del peccato mortale – e ricominciare di nuovo: nunc coepi ( Sal 76, 11).
4. L’Esaltazione gloriosa di Cristo
L’Esaltazione gloriosa di Cristo comprende la sua Ascensione al cielo, avvenuta quaranta giorni dopo la sua Risurrezione (cfr. At 1, 9-10), e la sua intronizzazione gloriosa in esso, per condividere, anche come uomo, la gloria e il potere del Padre e per essere Signore e Re del creato.
Quando nel Credo confessiamo che Cristo « siede alla destra del Padre », ci riferiamo a «la gloria e l’onore della divinità, ove colui che esisteva come Figlio di Dio prima di tutti i secoli come Dio e consustanziale al Padre, s’è assiso corporalmente dopo che si è incarnato e la sua carne è stata glorificata» [3] .
Con l’Ascensione termina la missione di Cristo, la sua venuta fra noi in carne umana per operare la salvezza. Era necessario che, dopo la sua Risurrezione, Cristo continuasse per un periodo di tempo a essere presente fra noi, per manifestare la sua nuova vita e completare la formazione dei discepoli. Ma questa presenza è terminata il giorno dell’Ascensione. Tuttavia, anche se Gesù è ritornato in cielo col Padre, rimane tra noi in vari modi, e soprattutto in modo sacramentale, nella Sacra Eucaristia.
L’Ascensione ci fa conoscere la nuova situazione di Gesù: è asceso al trono del Padre per condividerlo, non solo come Figlio eterno di Dio, ma anche in quanto vero uomo, vincitore del peccato e della morte. La gloria che aveva ricevuto fisicamente con la Risurrezione si completa ora con la sua pubblica intronizzazione nei cieli come Sovrano della creazione insieme al Padre. Gesù riceve l’omaggio e la lode degli abitanti del cielo.
Dato che Cristo è venuto nel mondo per redimerci dal peccato e condurci alla perfetta comunione con Dio, l’Ascensione di Gesù inaugura l’ingresso in cielo dell’umanità. Gesù è il Capo soprannaturale degli uomini, come Adamo lo fu sul piano naturale. Dato che il Capo è in cielo, anche noi, sue membra, abbiamo la possibilità di raggiungerlo. Non solo: Egli è andato a prepararci un posto nella casa del Padre (cfr. Gv 14, 3).
Seduto alla destra del Padre, Gesù continua il suo ministero di Mediatore universale della salvezza. «Il Signore regna con la sua umanità nella gloria eterna di Figlio di Dio e intercede incessantemente in nostro favore presso il Padre. Ci manda il suo Spirito e ci dà la speranza di raggiungerlo un giorno, avendoci preparato un posto» ( Compendio , 132).
Infatti, dieci giorni dopo la sua Ascensione in cielo, Gesù inviò lo Spirito Santo ai discepoli, come aveva promesso. Da allora Gesù manda incessantemente agli uomini lo Spirito Santo, per comunicare loro la potenza vivificante che Egli possiede e riunirli per mezzo della sua Chiesa in modo da formare l’unico popolo di Dio.
Dopo l’Ascensione del Signore e la venuta dello Spirito Santo a Pentecoste, la Santissima Vergine Maria fu elevata in corpo e anima nei cieli, perché conveniva che la Madre di Dio, che aveva portato Dio nel suo seno, non subisse, così come era stato per suo Figlio, la corruzione del sepolcro [4] .
La Chiesa celebra la festa dell’Assunzione della Madonna il 15 agosto. «L’Assunzione della Santa Vergine è una singolare partecipazione alla Risurrezione del suo Figlio e un’anticipazione della risurrezione degli altri cristiani» ( Catechismo , 966).
L’Esaltazione gloriosa di Cristo:
a) Ci stimola a vivere con lo sguardo rivolto alla gloria del Cielo – quae sursum sunt, quaerite ( Col 3, 1) -, ricordando che non abbiamo quaggiù una città stabile ( Eb 13, 14), ma sempre con il desiderio di santificare le realtà umane;
b) Ci spinge a vivere di fede, perché sappiamo di essere in compagnia di Gesù, che ci conosce e ci ama dal cielo, e che ci dà incessantemente la grazia del suo Spirito. Con la forza di Dio possiamo compiere l’apostolato che ci ha affidato: portarlo a tutte le anime (cfr. Mt 28, 19) e metterlo in cima a tutte le attività umane (cfr. Gv 12, 32), affinché il suo Regno sia una realtà (cfr. 1 Cor 15, 25). Inoltre Egli ci tiene sempre compagnia dal Tabernacolo.
5. La seconda venuta di Cristo
Cristo Signore è il Re dell’universo, ma ancora non gli sono sottomesse tutte le cose di questo mondo (cfr. Eb 2, 7; 1 Cor 15, 28). Concede tempo agli uomini per provare il loro amore e la loro fedeltà. Tuttavia alla fine dei tempi si avrà la sua vittoria definitiva, quando il Signore apparirà con “grande potenza e maestà” (cfr. Lc 21, 27).
Cristo non ha rivelato il tempo della sua seconda venuta (cfr. At 1, 7), ma ci invita a stare sempre vigilanti e ci avverte che prima della seconda venuta o parusía , ci sarà un ultimo assalto del demonio con grandi tribolazioni e altri segni (cfr. Mt 24, 20-30; Catechismo , 674-675).
Il Signore allora verrà come Supremo Giudice Misericordioso per giudicare i vivi e i morti: è il giudizio universale , nel quale i segreti dei cuori saranno svelati, insieme alla condotta di ciascuno verso Dio e verso il prossimo. Questo giudizio ratificherà la sentenza che ognuno ha ricevuto dopo la morte. Ogni uomo sarà colmato di vita o condannato per l’eternità, a seconda delle sue opere. Così si istaurerà il Regno di Dio, perché «Dio sia tutto in tutti» ( 1 Cor 15,28).
Nel Giudizio finale i santi riceveranno pubblicamente il premio meritato per il bene da loro fatto. In tal modo si ristabilirà la giustizia perché in questa vita spesso coloro che operano male sono lodati e coloro che operano bene sono disprezzati o dimenticati.
Il Giudizio finale ci spinge alla conversione: «Dio dona agli uomini “il momento favorevole, il giorno della salvezza” ( 2 Cor 6, 2). Ispira il santo timor di Dio. Impegna per la giustizia del Regno di Dio. Annunzia la “beata speranza” ( Tt 2, 13) del ritorno del Signore il quale “verrà per essere glorificato nei suoi santi ed essere riconosciuto mirabile in tutti quelli che avranno creduto” ( 2 Ts 1, 10)» ( Catechismo , 1041).
[1] San Josemaría, Cammino , 584.
[2] Ibidem , 719.
[3] San Giovanni Damasceno, De fide ortodoxa , 4, 2: PG 94, 1104; cfr. Catechismo , 663.
[4] Cfr. Pio XII, Cost. Munificentissimus Deus , 15-VIII-1950: DS 3903.