San Domenico - 8 Agosto
Autore: Autori Cristiani
Oggi la Chiesa celebra la memoria di san Domenico di Guzmán, Sacerdote e Fondatore dell’Ordine dei Predicatori, detti Domenicani. San Domenico fu un uomo di preghiera. Innamorato di Dio, non ebbe altra aspirazione che la salvezza delle anime, in particolare di quelle cadute nelle reti delle eresie del suo tempo; imitatore di Cristo, incarnò radicalmente i tre consigli evangelici unendo alla proclamazione della Parola una testimonianza di una vita povera; sotto la guida dello Spirito Santo, progredì sulla via della perfezione cristiana. In ogni momento, la preghiera fu la forza che rinnovò e rese sempre più feconde le sue opere apostoliche [2].
Questo grande santo ci rammenta che nel cuore della Chiesa deve sempre bruciare un fuoco missionario, il quale spinge incessantemente a portare il primo annuncio del Vangelo e, dove necessario, ad una nuova evangelizzazione: è Cristo, infatti, il bene più prezioso che gli uomini e le donne di ogni tempo e di ogni luogo hanno il diritto di conoscere e di amare! Ed è consolante vedere come anche nella Chiesa di oggi sono tanti – pastori e fedeli laici, membri di antichi ordini religiosi e di nuovi movimenti ecclesiali – che con gioia spendono la loro vita per questo ideale supremo: annunciare e testimoniare il Vangelo!
Cari fratelli e sorelle, la vita di Domenico di Guzman sproni noi tutti ad essere ferventi nella preghiera, coraggiosi a vivere la fede, profondamente innamorati di Gesù Cristo. Per sua intercessione, chiediamo a Dio di arricchire sempre la Chiesa di autentici predicatori del Vangelo [3].
dato dai suoi frati, nel suo amatissimo convento di Bologna, in una cella non sua, perché lui, il Fondatore, non l’aveva. G
Parlare con Gesù o parlare di Gesù, nient’altro. La quintessenza di un cristiano, si direbbe, quasi un ideale irraggiungibile. No, sapendo che c’è stato un uomo capace di vivere in modo magnifico questo ideale. E forse sì, considerando cosa quest’uomo sia riuscito a fare in 51 anni. Una presenza-spartiacque nelle vicende della Chiesa, Domenico di Guzman, al pari di Francesco d’Assisi. E i due sono contemporanei.
I due predicatori
Caleruega, villaggio di montagna della vecchia Castiglia. È il 1170 quando Domenico inizia la sua storia. In famiglia c’è uno zio prete e il Vangelo diventa per il bimbo e poi l’adolescente come il pane da mangiare. A 24 anni, il sacerdozio è lo sbocco più che naturale. Domenico entra tra i canonici della cattedrale di Osma perché glielo chiede il vescovo Diego, che poi lo porta con sé in missione in Danimarca. Dalle parti di Tolosa assistono al dilagare dell’eresia dei catari, convinti che Gesù sia uomo ma non Dio. L’impellenza di parlare, spiegare, testimoniare la fede accende nei due una certezza: la loro missione non può che essere la predicazione ai pagani e nel 1206 vanno a chiederlo al Papa.
L’uomo dell’incontro
Innocenzo III è ben d’accordo sulla missione ma non sui destinatari. Sono gli albigesi, altro nome dei catari, con cui Diego e Domenico devono misurarsi. Tornano in Francia e poco dopo Diego muore. Domenico resta solo nell’affrontare l’onda dell’eresia e lo fa con passione, incontrando, esortando, dibattendo in pubblico e in privato. È un’attività che consuma, ma Domenico è un entusiasta. E non ha pose da dottore saccente, piuttosto il suo sguardo, i suoi modi costantemente affabili, la coerenza tra ciò che dice e ciò che fa, suscitano rispetto e simpatia riducendo le distanze dagli avversari. Passano anni di giornate così, poi lo scenario cambia nel 1215.
Tenero come una mamma, forte come un diamante
Quell’anno si svolge a Roma il Concilio Lateranense IV e Domenico vi si reca con Folco, il vescovo di Tolosa. L’occasione è giusta per presentare a Papa Onorio III il progetto che ormai ha preso forma. Da tempo in tanti, affascinati dal suo impegno, si sono affiancati a Domenico da varie parti d’Europa e molti sono giovani di ingegno. Il 22 dicembre 1217 arriva il placet: Onorio III approva la nascita dell’”Ordine dei Frati Predicatori”. È come un’esplosione: rapidamente i “domenicani” si spargono portando ovunque il Vangelo col loro stile incendiario. Per Domenico è l’ultima tappa, che culmina il 6 agosto 1221 quando muore circondato dai suoi frati nell’amatissimo convento di Bologna. Appena 13 anni più tardi, Gregorio IX, che lo aveva conosciuto personalmente, lo proclama Santo. Dalle montagne della Castiglia sale più in alto l’uomo che, come disse il grande confratello Lacordaire, fu “tenero come una mamma, forte come un diamante”.
regorio IX, a lui legato da una profonda amicizia, lo canonizzerà il 3 luglio 1234.
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