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Temi di vita cristiana: la fede soprannaturale

La virtù della Fede

Autore: Francisco Diaz

1. Nozione e oggetto della fede L’atto di fede è la risposta dell’uomo a Dio che si rivela (cfr. Catechismo , 142). «Con la fede l’uomo sottomette pienamente a Dio la propria intelligenza e la propria volontà. Con tutto il suo essere l’uomo dà il proprio assenso a Dio rivelatore» ( Catechismo , 143). La Sacra Scrittura chiama questo assenso «obbedienza alla fede» (cfr. Rm 1, 5; 16, 26).

La virtù della fede è una virtù soprannaturale che – illuminando la sua intelligenza e muovendo la sua volontà – rende l’uomo capace di assentire pienamente a tutto ciò che Dio ha rivelato, non per la sua evidenza intrinseca ma per l’autorità di Dio che rivela. «La fede è innanzitutto una adesione personale dell’uomo a Dio ; al tempo stesso ed inseparabilmente è l’ assenso libero a tutta la verità che Dio ha rivelato » ( Catechismo , 150).

2. Caratteristiche della fede

« La fede è un dono di Dio , una virtù soprannaturale da Lui infusa (cfr. Mt 16, 17). Perché si possa prestare questa fede, è necessaria la grazia di Dio» ( Catechismo , 153). Non basta la ragione per abbracciare la verità rivelata; è necessario il dono della fede.

– La fede è un atto umano . Pur essendo un atto che si compie grazie a un dono soprannaturale, «credere è un atto autenticamente umano. Non è contrario né alla libertà né all’intelligenza dell’uomo far credito a Dio e aderire alle verità da Lui rivelate» ( Catechismo , 154). Nella fede, l’intelligenza e la volontà cooperano con la grazia divina: «Credere è un atto dell’intelletto che assente alla verità divina per comando della volontà mossa da Dio mediante la grazia» [1] .

– Fede e libertà . «Per essere umana, la risposta della fede data dall’uomo a Dio deve essere volontaria; nessuno può essere costretto ad abbracciare la fede contro la sua volontà. Infatti l’atto di fede è volontario per sua stessa natura» ( Catechismo , 160) [2] . «Cristo ha invitato alla fede e alla conversione, ma a ciò non ha affatto costretto. Ha reso testimonianza alla verità, ma non ha voluto imporla con la forza a coloro che la respingevano» ( ibidem ).

– Fede e ragione . «Anche se la fede è sopra la ragione, non vi potrà mai essere vera divergenza tra fede e ragione: poiché lo stesso Dio, che rivela i misteri e comunica la fede, ha anche deposto nello spirito umano il lume della ragione, questo Dio non potrebbe negare se stesso, né il vero contraddire il vero» [3] . «Perciò la ricerca metodica di ogni disciplina, se procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà mai in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e le realtà di fede hanno origine dal medesimo Dio» ( Catechismo , 159).

Non ha senso tentare di dimostrare le verità soprannaturali della fede; invece si può sempre provare che è falso tutto ciò che vuole essere contrario a queste verità.

– Ecclesialità della fede . “Credere” è un atto proprio del fedele in quanto fedele, vale a dire, in quanto membro della Chiesa. Colui che crede da il suo assenso alla verità insegnata dalla Chiesa, che custodisce il deposito della Rivelazione. «La fede della Chiesa precede, genera, sostiene e nutre la nostra fede. La Chiesa è la Madre di tutti i credenti» ( Catechismo , 181). «Nessuno può avere Dio per Padre se non ha la Chiesa per Madre» [4] .

– La fede è necessaria per essere salvati (cfr. Mc 16, 16; Catechismo , 161). «Senza la fede è impossibile essere graditi a Dio» ( Eb , 11, 6). «Quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, e tuttavia cercano sinceramente Dio, e sotto l’influsso della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di Dio, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna» [5] .

3. I motivi di credibilità

«Il motivo di credere non consiste nel fatto che le verità rivelate appaiano come vere e intelligibili alla luce della nostra ragione naturale. Noi crediamo “per l’autorità di Dio stesso che le rivela, il quale non può né ingannarsi né ingannare” » ( Catechismo , 156).

Tuttavia, perché l’atto di fede fosse conforme alla ragione, Dio ha voluto darci « motivi di credibilità , i quali mostrano che l’assenso della fede non è affatto un cieco moto dello spirito» [6] . I motivi di credibilità sono segni certi che la Rivelazione è parola di Dio.

I motivi di credibilità sono, fra gli altri:

– la gloriosa Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo , segno definitivo della sua Divinità e prova certissima della verità delle sue parole;

– « i miracoli di Cristo e dei santi (cfr. Mc 16, 20; At 2, 4)» ( Catechismo , 156) [7] ;

– il compimento delle profezie (cfr. Catechismo , 156), fatte su Cristo o da Cristo stesso (per esempio, le profezie intorno alla Passione di Nostro Signore; la profezia sulla distruzione di Gerusalemme, ecc.). Il compimento delle profezie è la prova della veracità della Sacra Scrittura;

– anche la sublimità della dottrina cristiana è prova della sua origine divina. Chi medita attentamente gli insegnamenti di Cristo può scoprire, nella sua profonda verità, nella sua bellezza e nella sua coerenza, una sapienza che supera la capacità umana di comprendere e spiegare che cos’è Dio, che cos’è il mondo, che cos’è l’uomo, la sua storia e il suo senso del trascendente;

– la diffusione e la santità della Chiesa, la sua fecondità e la sua stabilità «sono segni certissimi della divina Rivelazione, adatti ad ogni intelligenza» ( Catechismo , 156).

I motivi di credibilità non solo aiutano chi non ha la fede a superare i pregiudizi che rendono difficile riceverla, ma anche chi ha la fede, confermandogli che credere è ragionevole allontanandolo così dal fideismo.

4. La conoscenza di fede La fede è una conoscenza : ci fa conoscere verità naturali e soprannaturali. L’apparente oscurità che prova il credente è frutto della limitazione dell’intelletto umano davanti all’eccesso di luce della verità divina. La fede è un anticipo della visione di Dio “faccia a faccia” in Cielo ( 1 Cor 13, 12; cfr. 1 Gv 3, 2).

La certezza della fede . «La fede è certa , più certa di ogni conoscenza umana, perché si fonda sulla Parola stessa di Dio, il quale non può mentire» ( Catechismo , 157). «La certezza che dà la luce divina è maggiore di quella che dà la luce della ragione naturale» [8] .

L’intelligenza aiuta ad approfondire la fede . «E’ caratteristico della fede che il credente desideri conoscere meglio Colui nel quale ha posto la sua fede, e comprendere meglio ciò che egli ha rivelato; una conoscenza più penetrante richiederà a sua volta una fede più grande, sempre più ardente d’amore» ( Catechismo , 158).

La teologia è la scienza della fede : si sforza, con l’aiuto della ragione, di conoscere meglio le verità che si posseggono mediante la fede; non per renderle più luminose in se stesse – cosa impossibile –, ma più intellegibili dal credente. Questo desiderio, quando è autentico, nasce dall’amore a Dio e va accompagnato dallo sforzo di avvicinarsi sempre più a Lui. In passato i migliori teologi sono stati santi e probabilmente sarà sempre così.

5. Coerenza tra fede e vita

Tutta la vita del cristiano deve manifestare la sua fede; non ne esiste un solo aspetto che non possa essere illuminato dalla fede. «Il giusto vivrà mediante la fede» ( Rm 1, 17). La fede opera per mezzo della carità (cfr. Gal 5, 6). Senza le opere, la fede è morta (cfr. Gc 2, 20-26).

Quando manca l’unità di vita e si transige mantenendo una condotta che non concorda con la fede, allora la fede si indebolisce e si corre il rischio di perderla.

Perseveranza nella fede . La fede è un dono gratuito di Dio. Tuttavia possiamo perdere tale inestimabile dono (cfr. 1 Tm 1, 18-19). «Per vivere, crescere e perseverare nella fede sino alla fine dobbiamo nutrirla» ( Catechismo , 162). Dobbiamo chiedere a Dio che ci aumenti la fede (cfr. Lc 17, 5) e ci renda «saldi nella fede» (1 Pt 5, 9). Per questa ragione, con l’aiuto di Dio, dobbiamo fare molti atti di fede.

Tutti i fedeli cattolici sono obbligati a evitare i pericoli per la fede. Fra l’altro, devono astenersi dal leggere quelle pubblicazioni che sono contrarie alla fede o alla morale – sia nel caso che le abbia indicate il Magistero, sia che lo avverta la loro coscienza ben formata –, salvo che esista un motivo grave e si adottino i mezzi per renderne non dannosa la lettura.

Diffondere la fede . «Non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere… Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini» ( Mt 5, 15-16). Abbiamo ricevuto il dono della fede per diffonderlo, non per nasconderlo (cfr. Catechismo , 166). Non si può fare a meno della fede nell’attività professionale [9] . E’ necessario modellare tutta la vita sociale con gli insegnamenti e lo spirito di Cristo.

Francisco Díaz

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