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Un attimo che mi decido… Perché non possiamo non scegliere

Meditazione per la Ventitreesima domenica del T.O. anno C

Autore: Gaetano Piccolo

«Il discernimento va fatto assiduamente con vigilanza e diligenza».
Sant’Agostino, Discorso 168, 2.2

Discernimento e vita spirituale

Non possiamo non decidere! Che si tratti delle incombenze più banali o delle scelte più significative, ci troviamo continuamente davanti all’esigenza di prendere delle decisioni. A volte prendiamo decisioni sulla scorta dell’emotività per poi pentircene molto presto, altre volte non sempre riusciamo a decidere in maniera radicale, ma cerchiamo facilmente dei compromessi, talvolta ci sentiamo bloccati, irretiti, incapaci di scegliere liberamente. Questa dimensione fondamentale della vita costituisce necessariamente la base anche della vita spirituale, che consiste nella decisione di seguire il Signore.
Il discernimento dunque non può essere solo un accessorio o un optional della vita spirituale, il discernimento è la vita spirituale stessa, la consapevolezza cioè di quello che Dio sta operando in noi per poterlo accogliere.

Discernimento e sequela

Questa relazione tra discernimento e sequela di Gesù emerge dalla struttura stessa del testo del Vangelo di questa domenica: la pericope inizia e finisce con le parole di Gesù sulla sequela (non può essere mio discepolo…cf Lc 14,26 e 33), ma queste parole formano una cornice che contiene significativamente due esempi di discernimento, l’uomo che deve costruire una torre e il Re che deve andare in battaglia. Il discernimento quindi è il cuore della sequela.

Preposizioni

Ci sono infatti diversi modi di vivere la sequela e talvolta ci possiamo anche illudere di seguire Gesù. Nel testo infatti Gesù impone un cambiamento di preposizione: molte persone andavano verso (pros) di lui, ma Gesù precisa che il discepolo è colui che va dietro (opiso) il maestro. Andare verso Gesù significa andare da lui secondo le nostre necessità, senza però fare mai la fatica di andare dove lui va o di stare dove lui si ferma. Andare verso Gesù significa vivere una fede esteriore, che però non si compromette mai. Andare verso Gesù non significa stare con lui: si può andare verso Gesù continuando a conservare i propri criteri, le proprie ragioni, il proprio stile di vita.
Il discepolo invece deve mettersi dietro e seguire il maestro, accettando di andare anche dove non vorrebbe, pur di seguire il maestro. Solo così, solo stando dietro, ci si familiarizza con lo stile del maestro, solo così si percorrono le sue strada e ci si ritrova nei luoghi dove non si sarebbe mai immaginato di abitare. Solo così si impara lo stile del maestro, in modo tale che, quando si tratterà di prendere delle decisioni, ci si potrà chiedere: dove metterebbe qui i piedi Gesù? Quale strada percorrerebbe? Tutto questo richiede pazienza e tempo per imparare, stando a lungo con Gesù. Discepoli non ci si improvvisa!

Libertà

La prima condizione per poter decidere è rendersi liberi. Sant’Ignazio negli Esercizi spirituali usa la parola indifferenza, suggerendo l’immagine della bilancia che non protende più da una parte che dall’altra. Questa libertà è anche la condizione della sequela di Cristo: occorre rendersi liberi da quei legami, relazioni o averi, che molto spesso ci possiedono e ci impediscono di andare dove vorremmo veramente.

La croce e la logica

In questo contesto riusciamo a comprendere forse anche meglio cosa voglia dire per Gesù prendere ogni giorno la propria croce: qui la croce non è la disavventura o la fatica che magari ci è capitata addosso, qui la croce sta per la logica del Vangelo, il modo di pensare di Gesù. Prendere ogni giorno la croce su di sé vuol dire assumere questa logica come criterio delle proprie scelte. Avere il Vangelo come criterio vuol dire rinunciare ad avere il proprio io come riferimento delle proprie decisioni. Ecco perché occorre anzitutto rinnegare se stessi, mettere cioè da parte il proprio io, le proprie ragioni, i proprio schemi e il proprio interesse, per scegliere secondo il Vangelo. Molte volte la logica del Vangelo non trova spazio in noi proprio perché tutto lo spazio è occupato dal nostro io.
La decisione di seguire Gesù è un processo, un cammino, impegnativo e serio che non si può dare mai per scontato!

Leggersi dentro

Sei attento e disponibile a discernere quello che il Signore sta operando dentro di te?
Ti senti sufficientemente libero per rispondere a quello che il Signore eventualmente potrebbe chiederti?

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