Unisciti alla mia preghiera
Quando il Maestro parla al cuore - XIII
Autore: Padre Gaston Courtois
Unisciti alla mia preghiera. Essa è costante, è potente, è adeguata a tutti i bisogni della gloria del Padre mio e della spiritualizzazione dell’umanità.
Getta la tua preghiera nella mia. Tu stesso fatti preghiera con me. Io conosco le tue intenzioni meglio di te. Confìdamele tutte assieme. Unisciti a ciò che chiedo io: unisciti ciecamente, come colui che non sa si rifugia in colui che sa, come colui che non può nulla si rifugia in colui che può tutto.
Sii la goccia d’acqua sperduta nel getto potente della Fontana Viva che zampilla fìno al cuore del Padre. Làsciati assumere, làsciati trascinare, e resta in pace. Tu operi il bene aderendo a me più che non con sforzi ripetuti e sterili, perché solitari.
Rimarresti meravigliato al vedere quello che operi quando ti getti in me e ti unisci alla mia preghiera nell’oscurità della fede.
Non ti impedisco di avere delle intenzioni e di farmele conoscere, ma partecipa soprattutto alle mie. Poiché sei una piccola parte di me, interèssati maggiormente alle mie intenzioni che non alle tue.
Io sono preghiera sostanziale, adorazione adeguata all’immensità del Padre, lode degna delle sue infìnite perfezioni (nessuno conosce il Padre come il Figlio): azione di grazie per la sua totale bontà, oblazione espiatrice per tutti i peccati degli uomini, domanda cosciente e lucida per tutti i bisogni temporali e spirituali dell’umanità.
Io sono preghiera universale in corrispondenza a tutti i doveri dell’universo verso il Padre: universo materiale, universo umano…
– in corrispondenza a tutte le necessità della creazione e di tutte le creature,
– preghiera attraverso tutto e attraverso tutti, ma bisognosa della vostra unione, della vostra adesione perché ad essa si aggiunga il carattere meritorio della preghiera umana.
Se sapeste quanto sono in cerca di questo contributo meritorio dei miei fratelli, che dia alla preghiera che io sono quella pienezza, quel complemento che io concedo ad essi di potermi offrire!
Unisciti alla mia preghiera in te, negli altri, nell’Eucaristia.
In te, perché ti sono presente, non cessando mai di offrire al Padre tutto ciò che sei, tutto ciò che pensi, tutto ciò che fai, in omaggio d’amore, di adorazione, di ringraziamento. Sono pronto ad accogliere tutte le tue domande e a prenderle su di me. Potresti ottenere tanto, se sapessi davvero inserire la tua preghiera nella mia!
Negli altri, poiché sono presente in un modo unico, e diversissimo, in ciascuno degli uomini tuoi fratelli, in tutti coloro che ti circondano, in tutti coloro che in apparenza sono lontani, ma che attraverso di me ti sono tanto prossimi.
Nell’Eucaristia, poiché in essa sono presente nella pienezza della mia umanità, in stato di oblazione, a vantaggio di tutti coloro che accettano di assimilare la loro offerta alla mia.
Centro di tutti i cuori umani, io conferisco piena dimensione a tutte le invocazioni, da qualsiasi parte dell’universo si innalzino.
Sono presente, come tesoro vivente capace di trasformare in slanci divini, purificati da tutte le scorie umane, i contributi di ciascuno.
Mi sono fatto ostia per essere in mezzo a voi come Colui che serve. Ma sono un servitore al quale si chiede poco e che si lascia troppo sovente da parte. Fatemi valere; tanto più che per farlo vi resta soltanto il tempo del vostro passaggio quaggiù.
Se conoscessi il tuo potere su di me, mentre io non aspetto altro che la tua chiamata!
Non temeresti allora la tua apparente inattività esteriore, perché ciò che conta più d’ogni altra cosa è la mia attività interiore, suscitata dalla tua comunione d’anima con me. I desideri sono già preghiera e le preghiere non valgono se non per quello che valgono i desideri, come obiettivo e come intensità.
Sono pochi coloro che quando pregano mi «chiamano». Troppo spesso si tratta di recitazioni labiali che diventano presto fastidiose sia per Colui al quale vengono rivolte, sia per colui che le proferisce senza attenzione! Quante energie sciupate, quanto tempo perduto, mentre basterebbe un po’ di amore ad animare tutto!
Grida forte in fondo al tuo cuore il desiderio della mia venuta. È il grido dei primi cristiani: Maran Atha, vieni Signore!
Chiamami, affinché venga a prendere possesso di te.
Chiamami nella santa messa, affinché con la Comunione io entri con pienezza in te e ti inserisca in me.
Chiamami nell’ora del lavoro, perché i miei pensieri influiscano sul tuo spirito e guidino la tua condotta.
Chiamami nell’ora della preghiera, perché ti introduca nel dialogo incessante col Padre mio. Chi prega in me e io in lui porta molto frutto.
Chiamami nell’ora della sofferenza, perché la tua croce diventi mia e insieme la portiamo con coraggio e pazienza.
Chiamami dicendo il mio nome, pronunciato con tutto il fervore di cui sei capace, e attendi la mia risposta…
Chiamami in unione con tutti coloro che mi invocano perché mi amano e sentono il bisogno della mia presenza e del mio aiuto.
Chiamami in nome di coloro che non lo fanno perché non mi conoscono e non sanno che senza di me la loro vita è sterile, o perché non vogliono.
Dove non puoi esserci tu, là agisce la tua preghiera.
Anche da lontano puoi far maturare una conversione, far sbocciare una vocazione, alleviare una sofferenza, assistere un moribondo, illuminare un responsabile, pacificare una famiglia, santificare un sacerdote.
Puoi far pensare a me, far nascere un atto di amore, far crescere in un cuore la carità, respingere una tentazione, placare le collere, addolcire le parole aspre.
Che cosa non si può operare nell’immensità invisibile del mio Corpo Mistico! Voi non avete idea delle misteriose connessioni che vi uniscono gli uni agli altri e delle quali io sono il fulcro.
Mettiti sotto l’influsso dello Spirito Santo, e poi penetra in me per compiere l’adorazione del Padre. Entra nella mia preghiera, ma sii attivo in essa con la volontà umile e amante di unirti alla mia lode. La tua intelligenza non può capire. Come potresti, tu che non sei nulla, possedere l’Infinito? Ma per me, con me e in me, tu rendi al Padre la lode piena.
Rimani così, in silenzio, senza dir nulla… Rendi questo omaggio al Padre attraverso di me, a nome tuo e dei tuoi fratelli, in unione ai malati, agli infermi, a tutti quelli che soffrono e sperimentano la miseria del mondo senza Dio; in unione a tutte le anime consacrate che vivono nella contemplazione e nella carità vera il dono totale di sé. Rendilo anche a nome di tutti gli uomini che non mi conoscono, che sono indifferenti, agnostici od ostili. Tu non sai quale luce può suscitare, in un’anima apparentemente chiusa, un omaggio o un’invocazione lanciata in sua vece.
Tanti credono che il loro dinamismo naturale, la loro intelligenza spigliata, la loro forza di carattere siano sufficienti per raggiungere i propri fini. Poveretti! Quanto sarà grande la loro delusione e la loro rivolta al primo insuccesso.
Io non deludo mai coloro che si affidano a me. Perché chiedi così poco? Che cosa non puoi ottenere?
Io sono Colui che prega in te e raccoglie le tue miserie e i tuoi bisogni per presentarli al Padre.
Io sono Colui che supplisce alle tue insufficienze, e inviandoti il mio Spirito, faccio crescere la mia carità nel tuo cuore.
Io sono il tenero Amico sempre presente, sempre misericordioso, sempre pronto a perdonarti e a stringerti sul mio cuore.
Io sono Colui che un giorno verrà a cercarti: ti assumerò in me e ti farò condividere con i tuoi molti fratelli le gioie della vita trinitaria.
Quando preghi, fallo con immensa fiducia nella mia onnipotenza e nella mia inesauribile misericordia. Non pensare mai: «Questo è impossibile… Non potrà concedermelo!…».
Se sapessi fino a qual punto io desideri che la zizzania venga sradicata dal mio campo… non però troppo presto. Si rischierebbe di sradicare insieme alle erbacce il grano che cresce. Verrà un giorno in cui mieterete nella gioia, quando, vincitore del male e del maligno, io attirerò tutti a me per farvi condividere la felicità dell’unità, tanto più goduta quanto più conquistata attraverso la dura esperienza delle opposizioni.
Adora: riconosci che io sono tutto e che tu non esisti se non per me. Ma per me, che cosa non sei? una particella, certo, ma una particella di me. Ricòrdati che sei polvere e ritornerai polvere, ma polvere assunta, spiritualizzata, divinizzata in me e per me.
Desideri qualcosa? E che cosa? Non sia un desiderio superficiale, ma un’aspirazione profonda in cui tutto il tuo essere sia impegnato. Quando diventi davvero un’anima di desiderio, non c’è nulla che tu non possa chiedere a me o al Padre mio.
Quando il tuo desiderio si immedesima in me, quando chiedi di possedere me e di essere posseduto da me, quando aspiri ardentemente al mio dominio, alla mia stretta, alla mia impronta, sii certo di essere esaudito, anche se non avverti nessuna mutazione brusca, nessun cambiamento esteriore. La mia azione si esercita a poco a poco e opera nell’invisibile. Ma dopo un certo tempo scorgerai in te una nuova disposizione, un orientamento più abituale dei tuoi pensieri e dei tuoi voleri, una opzione più spontanea in mio favore e a vantaggio degli altri: era questo il risultato tangibile al quale aspiravi.
Quando desideri davvero l’avvento e la crescita del mio regno in tutti i cuori, quando desideri l’aumento delle vocazioni contemplative, dei missionari e degli educatori spirituali, apostoli della mia Eucaristia, della Vergine e della santa Chiesa – anche se in apparenza e per un certo periodo le statistiche sembrano andare in senso contrario – nessuno dei tuoi desideri è perduto, e i semi di vocazione alla vita mistica che essi avranno meritato porteranno molti frutti.
Chiedimi di saper fare sempre la mia volontà, dove voglio io e come voglio io.
Allora la tua vita sarà feconda. Chiedimi di saper amare intensamente con il mio cuore tutti quelli che ti do da amare: il mio Padre nei Cieli, il nostro Spirito, la Madre mia e tua, il tuo angelo e tutti gli angeli, i santi, i tuoi fratelli, i tuoi amici, i tuoi figli e le figlie secondo lo spirito e tutti gli uomini. Allora la mia azione benefica crescerà grazie a te fino a diventare unificante e universale.
Cercami prima in te, poi negli altri e nei miei «segni» che sono i piccoli avvenimenti di ogni giorno. Cercami rinnovando sempre e con intensità il desiderio di trovarmi, affinché io ti guidi e ti purifichi sempre più. Allora tutto il resto ti verrà dato in sovrappiù, a te e alla tua posterità invisibile ma innumerevole. Così, giorno dopo giorno, per il tempo che ti resta da passare quaggiù, ti preparerò alla «luce della gloria», dove tanti fratelli ti hanno già preceduto.
«O Gesù, concedimi di essere in te e per te ciò che tu vuoi che io sia; di pensare in te e per te ciò che tu vuoi che io pensi.
Concedimi di fare in te e per te tutto ciò che tu vuoi che io faccia.
Concedimi di dire in te e per te ciò che tu vuoi che io dica.
Concedimi di amare in te e per te tutti coloro che mi dai da amare.
Dammi il coraggio di soffrire in te e per te, con amore, ciò che tu vuoi che io soffra.
Fammi cercare te, sempre e dappertutto, affinché tu mi guidi e mi purifichi secondo il tuo divino volere».
Questa preghiera veniva ripetuta dal Padre Courtais ogni giorno durante gli ultimi suoi anni di vita. Egli la faceva conoscere volentieri e ne raccomandava la recita quotidiana.