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Vangelo del giorno - 13 Settembre - Lc 7,11-17

«Ragazzo, dico a te, àlzati!»

Autore: Padre Giuseppe de Nardi

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 7,11-17
 
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.

Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla
tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente
della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande
compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la
bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te,
àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo
restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano
Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato
il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea
e in tutta la regione circostante.

Parole del Santo Padre

San Luca annota il
sentimento di Gesù: «Vedendo [la donna], il Signore fu preso da grande
compassione per lei e le disse: “Non piangere!”. Si avvicinò e toccò la
bara, mentre i portatori si fermarono» (vv. 13-14). Grande compassione
guida le azioni di Gesù: è Lui che ferma il corteo toccando la bara e,
mosso dalla profonda misericordia per questa madre, decide di affrontare
la morte, per così dire, a tu per tu. E l’affronterà definitivamente, a
tu per tu, sulla Croce. […] Come al ragazzo morto, ripete a tutti:
«Dico a te, alzati!» (v. 14). A ognuno di noi dice: “Alzati!”. Dio ci
vuole in piedi. Ci ha creati per essere in piedi: per questo, la
compassione di Gesù porta a quel gesto della guarigione, a guarirci, di
cui la parola chiave è: “Alzati! Mettiti in piedi, come ti ha creato
Dio!”. (Udienza generale, 10 agosto 2016)

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