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Vangelo del giorno Domenica 11 Settembre - Lc 15,1-32

"Costui accoglie i peccatori e mangia con loro"

Autore: Don Fabio Rosini

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 15,1-32
 

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori
per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui
accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa
parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le
novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la
trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va
a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me,
perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi
dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si
converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di
conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una,
non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché
non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e
dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo
perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un
solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due
figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di
patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze.
Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose,
partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in
modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una
grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a
mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo
mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le
carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora
ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in
abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli
dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più
degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi
salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano,
suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò
al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il
Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”.
Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e
fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi.
Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,
perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è
stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si
trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e
le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto
questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto
ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si
indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma
egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai
disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per
far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il
quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai
ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei
sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e
rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita,
era perduto ed è stato ritrovato”».

Parole del Santo Padre

Dio perdona sempre,
siamo noi a stancarci di chiedere perdono ma Lui perdona sempre. Ci dice
che Dio è Padre, che non solo riaccoglie, ma gioisce e fa festa per il
suo figlio, tornato a casa dopo aver dilapidato tutti gli averi. Siamo
noi quel figlio, e commuove pensare a quanto il Padre sempre ci ami e ci
attenda. (Angelus, 27 marzo 2022)

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