L'Apostolo
Tratto da "Cammino" XLIII
Autore: San Josemaría Escrivá
929. La Croce sul tuo petto?… —Bene. Ma… la Croce sulle tue spalle, la Croce nella tua carne, la Croce nella tua intelligenza. —Così vivrai per Cristo, con Cristo e in Cristo: soltanto così sarai apostolo.
930. Anima d’apostolo: tu per primo. —Il Signore ha detto, nel Vangelo secondo Matteo: “Molti mi diranno nel giorno del giudizio: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato nel tuo nome i demoni e fatto molti prodigi? Allora io replicherò loro: non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, operatori di iniquità”.Non succeda —dice San Paolo— che dopo aver predicato agli altri, io finisca per essere riprovato.
931. Il genio militare di Sant’Ignazio ci presenta il demonio che fa l’adunata di innumerevoli diavoli e poi li dissemina per stati, province, città e villaggi, dopo aver fatto loro “un sermone” per ammonirli di mettere ovunque ferri e catene, senza lasciare nessuno privo di legami…
Mi hai detto che volevi essere condottiero: ma… a che serve un condottiero incatenato?
932. Guarda: gli apostoli, con tutte le loro miserie palesi e innegabili, erano sinceri, semplici…, trasparenti.Anche tu hai miserie palesi e innegabili. —Magari non ti mancasse semplicità!
933. Raccontano di un’anima che, nel dire al Signore nell’orazione: “Gesù ti amo”, sentì questa risposta dal cielo: “Le opere sono amore, non i bei ragionamenti”.
Pensa se non meriti forse anche tu quest’affettuoso rimprovero.
934. Lo zelo è una divina pazzia d’apostolo, che io desidero per te, e ha i seguenti sintomi: fame di stare con il Maestro; preoccupazione costante per le anime; perseveranza che nulla fa venir meno.
935. Non dormire sugli allori. —Se, umanamente parlando, questa posizione è scomoda e poco dignitosa, che succederà quando —come ora— gli allori non sono tuoi, ma di Dio?
936. Nell’apostolato vai a sottometterti, ad annullarti: non a imporre il tuo criterio personale.
937. Non siate mai uomini o donne di azione lunga e di orazione corta.
938. Cerca di vivere in modo tale da saperti privare, volontariamente, delle comodità e del benessere che giudicheresti sconvenienti nelle abitudini di un altro uomo di Dio.
Bada che sei il chicco di grano di cui parla il Vangelo. —Se non ti sotterri e non muori, non vi sarà frutto.
939. Siate uomini e donne di mondo, ma non siate uomini o donne mondani.
940. Non dimenticate che l’unità è sintomo di vita: disunirsi è putrefazione, segno sicuro d’essere un cadavere.
941. Obbedire…, cammino sicuro. —Obbedire ciecamente al superiore…, cammino di santità. —Obbedire nel tuo apostolato…, l’unico cammino: perché, in un’opera di Dio, lo spirito dev’essere obbedire o andarsene.
942. Tieni presente, figlio mio, che non sei soltanto un’anima che si unisce ad altre anime per fare una cosa buona.
Questo è molto…, ma è poco. —Sei l’Apostolo che compie un mandato imperativo di Cristo.
943. Chi ti frequenta non abbia a dire di te ciò che, non senza ragione, gridava una certa persona: “Di onesti ne ho fin qua…!”. E si toccava la cima dei capelli.
944. Devi comunicare ad altri Amore di Dio e zelo per le anime, affinché essi a loro volta accendano molti altri ancora che si trovano in una terza fila, e ciascuno di questi faccia altrettanto con i propri compagni di professione.
Di quante calorie spirituali hai bisogno! —E che responsabilità grande se ti raffreddi! E —non lo voglio pensare— che orribile crimine se dovessi dare cattivo esempio!
945. È cattiva disposizione ascoltare la parola di Dio con spirito critico.
946. Se volete darvi a Dio nel mondo, prima ancora che sapienti —le donne non è necessario che siano sapienti, basta che siano sagge— dovete essere spirituali, molto uniti al Signore per mezzo dell’orazione: dovete portare un manto invisibile che copra ciascuno dei vostri sensi e delle vostre facoltà: pregare, pregare, pregare; espiare, espiare, espiare.
947. Ti stupivi perché approvavo la mancanza di “uniformità” nell’apostolato in cui lavori. E ti ho detto:
Unità e varietà. —Dovete essere diversi come diversi sono i santi nel cielo, ognuno dei quali ha le sue proprie note personali e specialissime. E, anche, dovete assomigliare gli uni agli altri come i santi, che non sarebbero santi se ognuno di loro non si fosse identificato con Cristo.
948. Tu, figlio prediletto di Dio, devi sentire e vivere la fraternità, ma senza familiarità.
949. Aspirare alle cariche nelle opere d’apostolato è cosa inutile in questa vita e, per l’altra Vita, è un pericolo.
Se Dio lo vuole, ti chiameranno. —E allora dovrai accettare. —Ma non dimenticare che, in qualunque posto, puoi e devi santificarti, perché per questo sei venuto.
950. Se pensi che nel lavorare per Cristo le cariche siano qualcosa di più dei carichi, quante amarezze ti aspettano!
951. Essere a capo di un’opera d’apostolato vuol dire essere disposto a soffrire tutto, di tutti, con infinita carità.
952. Nel lavoro apostolico non si deve perdonare né la disobbedienza, né la doppiezza. —E bada che la semplicità non è imprudenza, né indiscrezione.
953. Hai l’obbligo di pregare e di sacrificarti per la persona e per le intenzioni di chi è a capo della tua impresa apostolica. —Se sei tiepido nel compimento di questo dovere, mi fai pensare che ti manca entusiasmo per il tuo cammino.
954. Porta il massimo rispetto al superiore quando ti chiede un parere e devi contraddire le sue opinioni. —E non contraddirlo mai davanti a coloro che gli sono soggetti, anche se non avesse ragione.
955. Nella tua impresa apostolica non temere i nemici esterni, per quanto grande sia la loro potenza. —Ecco il nemico tremendo: la tua mancanza di “filiazione” e la tua mancanza di “fraternità”.
956. Comprendo bene che ti diverta il disprezzo di cui sei oggetto —benché venga da nemici potenti—, finché senti l’unione con il tuo Dio e con i tuoi fratelli d’apostolato. —A te, che importa?
957. Spesso paragono l’attività apostolica a una macchina: ruote dentate, stantuffi, valvole, viti…
Ebbene, la carità —la tua carità— è il lubrificante.
958. Smetti quell’“aria di sufficienza” che isola dalla tua le anime che ti avvicinano.
—Ascolta. E parla con semplicità: solo così crescerà in estensione e fecondità il tuo lavoro d’apostolo.
959. Il disprezzo e la persecuzione sono prove benedette della predilezione divina, ma non c’è prova né segno di predilezione più bello di questo: passare inosservati.