20 minuti

Esame di coscienza per ogni situazione

Pratica dell'esame di coscienza: riflessioni, esercizi e preghiere per le diverse lotte spirituali (IX)

Autore: Autori Cristiani

48) – AMABILITA’ – DOLCEZZA

I ESERCIZIO
1. Ho accolto con un sorriso ispirato alla carità , chi mi ha chiesto qualcosa?
2. Sono stato condiscendente, e ho dato la preferenza agli altri, ogni volta che mi è stato possibile?
3. Ho fatto piacere, ho reso qualche servizio, anche non richiestomi?
4. Ho lasciato sempre il meglio agli altri, prendendo per me quanto vi era di peggiore?
5. Ho fatto pesare su altri il mio cattivo carattere?
6. Ho profittato di qualche occasione, per far piacere a chi mi aveva disgustato? (Occasioni perdute).

II ESERCIZIO
1. Mi sono mostrato freddo o indifferente verso qualcuno? (Quanta volte).
2. Ho compiuto qualche atto di gentilezza, quando non ne avevo voglia?
3. Sono riuscito a non mostrare noia nello stare con persone antipatiche, a interessarmi di loro?
4. Mi sono sacrificato in qualche occasione, per non disturbare altri? (Occasioni perdute).
5. Ho fatto ciò che altri ha dimenticato; chiudere porte, finestre…; raccogliere ciò che è caduto…: senza permettermi espressioni poco riguardose per il distratto?
6. Quante volte ho chiesto a Gesù la grazia di poterlo imitare nell’umiltà e nella dolcezza? (Minimo).

ASPIRAZIONI
Dio mio, fate che vi sia unità di pensieri nella verità, e unità dei cuori nella carità.
Gesù mansueto e umile di cuore, rendete il nostro cuore simile al vostro!
Signore, fate che vi amiamo tanto! Fate che ci amiamo tanto! Fate che vi facciamo amare tanto! S. FRANCESCO DI SALES.
O clemente, o pia. o dulcis Virgo Maria! Salve Regina.
Ecco 10 consigli, proposti da S. Francesco di Sales, per l’acquisto dell’AMABILITA’:
I – Proporsi ogni mattina Gesù a modello, pensando a quelle sue parole: Mitis sum et humilis corde.
II – Avere il volto sempre atteggiato a serenità, anche quando si è soli e afflitti.
III – Pensare ogni mattina, dinanzi al buon Dio, quel che possiamo fare per far piacere agli altri.
IV – Prevedere le occasioni in cui dovremo frenarci, per tenerci pronti a farlo.
V – Porsi spiritualmente dinanzi alle persone come dinanzi a un quadro, scegliendo la visuale migliore, per rilevarne i pregi, e non vederne i difetti.
VI – Abituarsi al vocabolario della cortesia, ricordandosi che a chi sorride, tutto sorride.
VII – Cedere agli altri ogni volta che è possibile; dimostrarsi indifferenti nella scelta del giuoco, del passeggio, delle letture, delle vivande, ecc. Adattarsi ai gusti altrui.
VIII – Non rendere pesanti neppure le proprie virtù, col farne pompa, con l’ostentarle, umiliando quelli che non le hanno; o, peggio ancora, col renderle antipatiche.
IX – Non correggere alcuno senza averne l’autorità e senza aggiungere una parola garbata.
X – Non contrariare nessuno volontariamente; e, quando ciò accadesse, chiedere subito scusa.

49) – SENSIBILITÀ MORALE
Pensieri
Non si turbi il cuor vostro… (Gv 14, 1).
Felice, chi rimuove da sé tutto ciò elle può macchiare o aggravare la sua coscienza! (I Imit. 21, 2).
Vuoi sapere che cosa è un cuore indurito! È il tuo stesso cuore, se al solo pensarvi, non ti spaventi (S. Bernardo: lib. 1 de Consid.).
Molte volte camminiamo sul cuore altrui con inaudito cinismo; ma chiediamo garbatamente scusa al passante, quando, per inavvertenza, gli abbiamo pestato un callo.
Non fate confidenze alle persone che non hanno mai sofferto (Diadoco).
Qui la sensibilità è considerata complessivamente sotto l’aspetto morale e quello spirituale; quindi gli esercizi proposti sono diretti a rendere l’anima padrona dell’impressionabilità morbosa, dell’impulsività, del nervosismo, dell’impazienza…: con grandi vantaggi per la delicatezza di coscienza, la serenità e la pace.

I ESERCIZIO
1. Prima di parlare o di agire, mi sono raccolto un istante nell’intimo dell’anima?
2. Ho troncato letture, conversazioni…, appena ne ho sentito disagio nella coscienza?
3. Ho saputo reprimere i piccoli moti d’impazienza o d’insofferenza, sorti in me? (Mancanze).
4. Ho ammesso in me, sentimenti di affetto particolare per qualcuno?
5. Ho chiesto subito perdono a Dio, per le mancanze sfuggite alla mia fragilità?
6. Quante volte ho chiesto oggi a Dio la delicatezza di coscienza?

II ESERCIZIO
1. Ho fatto qualcosa, oggi, contro coscienza? Ho seguito le divine ispirazioni?
2. Ho saputo reprimere la mia impulsività, soffermandomi qualche tempo, prima di leggere un giornale, una lettera… prima di fare un rimprovero?
3. Sorprendendomi a fantasticare, ho subito elevato il pensiero a Dio?
4. Ho respinto qualche risentimento, verso chi mi ha fatto dispiacere?
5. Dopo un insuccesso, mi sono tenuto calmo e rassegnato al volere di Dio?
6. Mi sono raccolto per qualche istante, al principio di ogni occupazione importante?

ASPIRAZIONI
L’anima mia è sempre sulle mie mani, per non dimenticare la vostra Legge, o Signore! Sal 118, 109.
Sia il mio cuore immacolato, affinché io non resti confuso, o Signore! Sal 118, 80
Degnatevi, o Signore, custodirci in questo giorno (in questa notte) dal peccato. TE DEUM.
Fate, o Giuseppe, che la nostra vita scorra scevra di peccati, e che sia sempre difesa dal vostro Patrocinio.

50) – VOCAZIONE RELIGIOSA DA PRESERVARE E CORROBORARE
La vocazione religiosa è una grande grazia di predilezione, che si deve seriamente valutare. Ogni vocazione religiosa è scossa e compromessa, quando non si guarda più con gli occhi della fede.
Essa fa di ogni Religioso, un eletto, un apostolo, un predestinato.
È il vero donum Dei, il dono per eccellenza offerto da Dio; la grazia più insigne, dopo quella del Battesimo. S. MARIA MADDALENA DE’ PAZZI.
Noi abbiamo promesso grandi cose a Dio, ma Iddio ha promesso cose ancora più grandi, a noi: diceva S. FRANCESCO DI ASSISI.
Non si può concepire quanto Gesù Cristo ami quelli che lasciano tutto per lui, e quante grazie faccia loro per sé e per gli altri. S. G. B. DE LA SALLE.
La vocazione religiosa, però, è insidiata da molti nemici; lusinghe delle passioni, seduzioni del mondo, malignità del demonio: La polvere del mondo, contamina i cuori più religiosi. S. LEONE MAGNO (Serm. IV Quadrag).
È un tesoro prezioso, affidato alle nostre fragili mani: Tieni forte quel che hai; che nessuno pigli la tua corona! (Ap 3, 11).
È opportuno che ogni tanto, ma specialmente nelle più penose depressioni morali, quando quella che fu la fulgida stella di un grande ideale, si offusca od eclissa, si ricostituiscano nell’anima i valori superiori, e si ravvivi la sacra fiamma del fervore, in un rinnovato impulso di generosità e dedizione completa a Dio e alle anime. Una sola cosa ho chiesto al Signore, e questa io cerco: di abitare nella Casa del Signore per tutti i giorni della mia vita. (Sal 26, 4).
Val meglio un giorno nei tuoi tabernacoli, o Signore, che mille altrove.(Sal 83, 11).
Può servire, a tale scopo, un particolare soggetto di esame, con esercizi dettagliati, per il lavoro di preservazione o di ricostruzione.

I ESERCIZIO
1. Oggi ho manifestato a Dio, con qualche preghiera o aspirazione, la mia riconoscenza, per avermi chiamato al suo servizio? (Minimo).
2. Ho curato tutti gli esercizi di pietà, in modo da consolidare con essi la mia santa vocazione? (Esercizi omessi o trascurati).
3. Ho contribuito a far regnare in comunità il buono spirito e la carità fraterna? (Occasioni mancate).
4. Ho parlato con persone esterne, senza necessità?
5. Presentandosi l’occasione, ho lodato le virtù e lo zelo dei miei confratelli?
6. Quante volte, oggi, ho pregato per l’Istituto, per i Superiori miei, presenti e passati?

II ESERCIZIO
1. Quante volte ho ripensato ai grandi motivi che mi hanno spinto ad abbracciare la vita religiosa, per spronarmi a maggiore generosità?
2. Ho profittato delle occasioni odierne, per dire qualche buona parola, dare un buon consiglio, specialmente ai più giovani di me?
3. Ho tenuto discorsi troppo liberi? Ho preso arie mondane nel contegno?
4. Ho coltivato in me dei rimpianti per le rinunzie fatte, entrando in religione?
5. Quante volte mi sono offerto come vittima per le offese che si fanno a Dio, anche nella vita religiosa?
6. Oggi ho pregato e sofferto, perché Iddio susciti buone vocazioni al mio Istituto?

III ESERCIZIO
1. Ho parlato con rispetto e venerazione dell’Istituto, delle sante Regole, dei Superiori e Confratelli? (Mancanze).
2. Ho messo a disposizione di altri, il mio tempo, la mia capacità, la mia esperienza? (Occasioni mancate).
3. Nelle crisi di animo, ho ripensato ai momenti più felici, trascorsi nella casa del Signore, in tempo di fervore, di delicatezza d’animo e di generosità?
4. Quanti sacrifizi ho fatto oggi, per attirare le benedizioni di Dio sul mio apostolato?
5. Ho messo un’intenzione di apostolato, nelle azioni e sofferenze di oggi?

ASPIRAZIONI
Signore, io sono vostro servo!
O Gesù, fate che io sia vostro, tutto vostro e sempre vostro!
Beati quelli che abitano la tua casa, o Signore; essi Ti loderanno nei secoli dei secoli.
PREGHIERA DELL’ANIMA RELIGIOSA (S. Alfonso)
Mio Dio, io vi ringrazio di avermi chiamato alla vita religiosa, nonostante la mia indegnità; non so come lodarvene degnamente.
Mi dispiace di aver seguito il mondo corruttore, che per il passato mi ha fatto perdere la vostra divina amicizia.
Ora sono felice di aver sacrificato ogni cosa per voi. Ma Quanto è poco quel che ho lasciato, rinunziando al mondo, ancorché io avessi potuto possedere per sempre, tutti 1 piaceri, tutte le ricchezze, tutte le gioie immaginabili del secolo!
Poiché mi avete chiamato in questo santo stato, compite l’opera vostra, dandomi le disposizioni e le virtù da esso richieste. Sì, anche per i meriti e le preghiere del mio santo Fondatore, spandete sopra di me e sopra tutti i miei Confratelli del mondo intero, lo spirito di adorazione e di umiltà, lo spirito di fede e di zelo, lo spirito di docilità e di carità.
Per grazia vostra sono diventato religioso; per essa, ancora, diverrò un santo religioso. A questo scopo mi do a Voi, e tutto mi metto nelle vostre mani. Voi accettate la consacrazione di tutte le mie forze, al servizio vostro e delle anime.
Ve lo chiedo istantemente, in tutta la sincerità dell’animo mio: fatemi prima morire, piuttosto che io abbia a illanguidirmi nello spirito religioso; piuttosto che io abbia a demeritare e a perdere tanta grazia di predilezione.
O Maria, celeste Protettrice delle anime consacrate a Dio, ottenetemi da Gesù il suo santo amore e la perseveranza finale. Così sia!

51) – SCUOLA: VIRTÙ DA PRATICARE
L’educatore religioso, pur avendo abbracciato una vita di tendenza alla perfezione, trascorre la maggior pane della sua vita nella scuola. Iddio, che non richiede l’impossibile e dà a ognuno i mezzi necessari e raggiungere il fine, vuole che il campo della scuola, diventi il campo di apostolato, non solo per la salvezza e la santificazione delle anime affidate, ma anche per la santificazione degli stessi insegnanti ed educatori.
È l’insegnamento esplicito di S. G. B. De La Salle: Siate certi che non opererete mai così bene la vostra salute, né acquisterete mai tanta perfezione, quanto adempiendo bene i doveri del vostro stato, perché lo facciate per conformarvi alla volontà di Dio (Raccolta n. 175).
Noi santifichiamo gli alunni con la preghiera, le istruzioni, la vigilanza e il buon esempio (Reg. Com., c. II. F. S. C.). Gli alunni, ci aiutano a santificarci con la loro innocenza e semplicità, e col farci praticare le più belle virtù cristiane, come lo spirito di fede e di sacrificio, la pazienza, la costanza, l’amore di Dio e delle anime.
L’opera più bella che possiamo esercitare nel secolo in cui viviamo, è l’educazione della gioventù. S. CURATO D’ARS.
Darei volentieri tutti i capolavori di pittura, di scultura, di musica, di poesia, per l’educazione di un’anima. FRÈRE JOSEPH d. E. C. Infatti, che cosa resterà di tutti i capolavori alla fine del mondo? Solo le anime sono immortali!
Quel che più colpisce gli alunni, non è tanto il nostro sacrifizio, quanto la gioia nel sacrificio. PRAEDEL.
Iddio ci darà il premio secondo la fatica, l’amore nutrito per le anime; non secondo il frutto, non sempre conosciuto, né sempre dipendente da noi.
Se volete molto ordine, castigate pochissimo. S. G. B. DE LA SALLE.
Gli educatori amino ciò che piace ai giovani, e i giovani ameranno ciò che piace agli educatori. S. GIOVANNI BOSCO.
Gli alunni, anche grandi, si affezionano profondamente, trattandoli con cuore, delicatezza, abnegazione. FRERE JOSEPH d. È. C.
Quelli che insegnano a molti la giustizia, rifulgeranno come stelle nell’eternità senza fine.

I ESERCIZIO
1. Ho preparato tutte le mie lezioni, e specialmente quella di Religione, preordinato e corretto i compiti?
2. Sono incorso in quelle deplorevoli variazioni di umore, che tanto discreditano un educatore? (Mancanze).
3. Ho tenuto gli alunni sempre occupati a un lavoro preciso, in classe?
4. Ho dato punizioni esagerate, o ispirate da antipatia o da vendetta? (Mancanze).
5. Dopo la scuola, ho fatto la visita regolare in cappella per esaminare la mia condotta, e pregare per gli alunni?
6. Ho studiato, avendone il tempo, per potere, poi, far meglio la scuola?

II ESERCIZIO
1. Ho curato la pulizia, l’ordine e la compostezza in tutti gli alunni? (Mani sul banco).
2. Ho chiesto consiglio nelle mie difficoltà, e messo in pratica quanto mi è stato suggerito?
3. Ho prevenuto le mancanze, suscitando interesse nelle lezioni, e facendo coscienziosamente le vigilanze?
4. Ho chiacchierato con altri maestri, nel tempo della scuola – o delle vigilanze?
5. Ho compilato con cura Diario e Registri?
6. Quali preghiere e quali sacrifici mi sono imposto, per ispirito di apostolato?

III ESERCIZIO
1. Ho evitato i modi precipitati, le grida incomposte, gli scatti di umore?
2. Ho curato e seguito tutti gli alunni, anche i meno bravi, i meno buoni e diligenti?
3. Ho tenuto i ragazzi presso la cattedra? Ho toccato, con familiarità, qualche alunno?
4. Ho visitalo i cassetti dei ragazzi, per controllarne l’ordine e il contenuto?
5. Dopo qualche atto grave d’impazienza, ho avvertito il mio Superiore, e ho riparato in qualche modo, per non lasciare male impressisonati gli alunni?
6. Fuori di scuola, ho perduto il mio tempo, in frivolezze, chiacchiere, letture curiose e vane?

IV ESERCIZIO
1. Ho vigilato bene gli alunni, all’ingresso e all’uscita, durante la scuola e le ricreazioni?
2. Sono stato sempre giusto e imparziale? (Mancanze).
3. Ho trattato ceni alunni con asprezza, colpendoli, o dando loro titoli ingiuriosi?
4. Ho dato manifestazioni d’affetto particolare a qualche ragazzo? Ho pensato indebitamente a lui, o gli ho parlato in modo sdolcinato?
5. In classe mi sono occupato di cose estranee?
6. Ho fatto perdere il tempo ad altri Fratelli, o li ho disturbati in sala comune o altrove, con la mia dissipazione?

ASPIRAZIONI
O Gesù, amico dei fanciulli, benedite i fanciulli di tutto il mondo.
Cuore di Gesù, fate che vi ami e vi faccia amare.
O Signore, insegnatemi bontà, disciplina e scienza, perché io aderisco ai vostri ammaestramenti.

52) – APOSTOLATO EDUCATIVO
In questo itinerario vengono riportati vari punti disseminati qua e là, che hanno qualche relazione con l’apostolato educativo, avvivalo dalla fede. Si fissino uno o più punti di ogni esercizio, tenendoli presenti per il tempo necessario.

I ESERCIZIO
1. Ho ispirato rispetto per la classe, santuario degli studi?
2. Come ho recitato e fatto recitare le preghiere? Gli alunni erano raccolti prima?
3. Ho dato particolare importanza al Catechismo e alla Riflessione, e li ho cominciati all’ora precisa?
4. Ho fatto coscienziosamente il mio studio del Catechismo?
5. Ho inflitto qualche castigo, per sentimento di vendetta, per offese ricevute?
6. Ho profittato di tutto oggi: avvenimenti vari, esito buono o cattivo, gioie e pene, per l’educazione cristiana degli alunni?

II ESERCIZIO
1. Ho vigilato bene, e tutti i ragazzi, in classe, non perdendoli mai di vista, nemmeno quando ho spiegato alla lavagna o sulle carte geografiche?
2. Ho curato di preferenza, i ragazzi più poveri e i meno dotati di qualità?
3. Dinanzi a qualche mancanza, ho saputo reprimere l’impulsività, operando con ponderazione e giustizia?
4. Ho realmente permeato e vivificato il mio insegnamento di spirito cristiano? Ho fatto il Catechismo ricapitolativo sui principali Misteri, nei giorni stabiliti?
5. Sono ricorso spesso a Dio, mia forza e mia pazienza, mia luce e mio consiglio?
6. Ho avuto relazioni non necessarie o non autorizzate coi parenti? Ho ricevuto qualche dono?

III ESERCIZIO
1. Mi sono sforzato di far fiorire nella mia classe, la pietà, la generosità, l’innocenza, l’amore a Gesù sacramentato e a Maria SS.?
2. Come ho eseguito l’esercizio della presenza di Dio in classe?
3. Quanti atti d’impazienza ho fatto nella mattinata? (nel pomeriggio?).
4. Mi sono rivolto agli. Angeli Custodi degli alunni, specialmente nei casi di maggiori difficoltà da risolvere?
5. Nelle ricreazioni ho tenuto d’occhio i ragazzi che non giocavano, e ho fatto evitare gli atti maneschi?
6. Ho pregato, e fatto i sacrifici propostimi, per gli alunni e per i miei ex-alunni?

PREGHIERA DEGLI EDUCATORI DELLA GIOVENTÙ.
Signore, lo vi ringrazio di avermi chiamato alla sublime missione di educare cristianamente la gioventù, nonostante le mie miserie e la mia incapacità.
Perdonate che io porti il nome di «maestro», che Voi avete adottato sulla terra.
Ricordo la vostra consolante parola: «CHI ACCOGLIE UN FANCIULLO IN NOME MIO, ACCOGLIE ME STESSO» (Lc 9, 48); ricordo le magnifiche promesse, consegnate nei Libri sacri: «COLORO CHE INSEGNANO A MOLTI LA GIUSTIZIA, RIFULGERANNO COME STELLE, NELL’ETERNITÀ SENZA FINE» (Dan 13, 3).
Voi che accoglievate sì volentieri i fanciulli e ammonivate i vostri apostoli: «LASCIATELI VENIRE A ME, PERCHÉ DI QUESTI TALI È IL REGNO DEI CIELI» (Mt 19, 14), largitemi in abbondanza il vostro spirito; spirito di SOAVITÀ e di ZELO, spirito di UMILTÀ e d’instancabile ABNEGAZIONE,
Accordatemi, o Signore, un profondo RISPETTO e un santo AFFETTO per l’infanzia,
nsieme a speciali attitudini per insegnare fruttuosamente la dottrina cristiana.
Datemi la PAZIENZA, per sopportare la vivacità e i difetti del miei alunni.
Datemi la PRUDENZA, necessaria per conoscere e correggerei vari caratteri.
Datemi una GRAVITÀ PIENA DI DOLCEZZA, che ispiri il rispetto, pur dilatando i cuori,
erché io sia fermo senza durezza, indulgente senza debolezza.
Datemi una BONTÀ PIENA DI GIUSTIZIA, per non fare accezione di persone, e aver preferenze solo per i poveri e i meno dotati di qualità naturali.
Fate, o Signore, che, formando gli spiriti alle scienze umane, non dimentichi mai di formare i cuori alla virtù e al vostro amore.
Fate, soprattutto, che pratichi io per primo la virtù e il bene che insegno agli altri, affinché sia sempre di edificazione; sia, io, il sale che assapori; sia, io, la lampada sul candelabro, che faccia lume.
Possa, per grazia vostra, contribuire a sanare le anime ferite dal peccato; possa avere la consolazione grande di vedere sbocciare, tra i miei alunni, qualche bel fiore di una vocazione privilegiata, al servizio vostro e delle anime; possa prepararvi tanti eletti per il Cielo, quanti sono gli alunni che mi date sulla terra.

O Maria, Madre nostra dolcissima, gran S. Giuseppe, Santi educatori della gioventù, e voi. Angeli Custodi di queste care anime, impetratemi la grazia di essere degno della mia sublime vocazione, e di santificarmi nell’esercitarla, per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Così sia!

Link alla fonte »