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Forgia VII - Risorgere

Parte I

Autore: San Josemaría Escrivá

Risorgere 1

475. Senti la necessità di convertirti: Egli ti chiede di più… e tu gli dai sempre di meno!

476. Per ciascuno di noi, come per Lazzaro, fu proprio un “veni foras” — vieni fuori, a metterci in movimento.
— Come fanno pena quelli che ancora permangono morti, e non conoscono il potere della misericordia di Dio!
— Rinnova la tua santa gioia perché, di fronte all’uomo che si decompone senza Cristo, si alza l’uomo che è risorto con Lui.

477. Gli affetti della terra, anche quando non sono concupiscenza sudicia e cruda, solitamente comportano qualche egoismo.
Pertanto, senza disprezzare questi affetti — che possono essere molto santi —, rettifica sempre l’intenzione.

478. Non cercare di essere compatito: molte volte è segno di orgoglio o di vanità.

479. Quando parli delle virtù teologali, della fede, della speranza e dell’amore, pensa che sono virtù da vivere, prima che da teorizzare.

480. C’è nella tua vita qualcosa che non va d’accordo con la tua condizione di cristiano e che ti induce a non volerti purificare?
— Esàminati e cambia.

481. Considera attentamente la tua condotta. Vedrai che sei pieno di errori, che danneggiano te e forse anche coloro che ti stanno accanto.
— Ricorda, figliolo, che i microbi non sono meno importanti delle bestie feroci. E tu coltivi questi errori, questi sbagli — come si coltivano i microbi in un laboratorio —, con la tua mancanza di umiltà, con la tua mancanza di orazione, con le tue omissioni nel compimento del dovere, con la poca conoscenza di te stesso… E, poi, questi focolai infettano l’ambiente.
— Hai bisogno di un buon esame di coscienza quotidiano, che ti conduca a propositi concreti di miglioramento, affinché tu senta un vero dolore per le tue mancanze, per le tue omissioni e per i tuoi peccati.

482. Dio Onnipotente, Sommo, Sapientissimo, doveva scegliere sua Madre.Tu, che avresti fatto, se avessi dovuto sceglierla? Penso che tu e io avremmo scelto quella che abbiamo, colmandola di tutte le grazie. Dio ha fatto proprio così. Pertanto, dopo la Santissima Trinità, viene Maria.
— I teologi enunciano un’argomentazione logica per quella profusione di grazie, per quel suo non poter essere soggetta a satana: conveniva, Dio poteva farlo, dunque lo fece. È la grande prova. La prova più chiara che Dio ha dotato sua Madre di tutti i privilegi, fin dal primo istante. E così è: bella, e pura, e senza macchia nell’anima e nel corpo!

483. Aspetti la vittoria, la fine della lotta…, e non arriva?
— Ringrazia il Signore, come se avessi già raggiunto la meta, e offrigli la tua impazienza: “Vir fidelis loquetur victoriam” — la persona fedele canterà la gioia della vittoria.

484. Vi sono momenti in cui — privo di quell’unione con il Signore che ti consentiva un’orazione continua, anche nel sonno — sembra che tu faccia resistenza alla Volontà di Dio.
— È debolezza, lo sai bene: ama la Croce; la mancanza di tante cose che tutti ritengono necessarie; gli ostacoli per intraprendere o… continuare il cammino; la tua stessa piccolezza e la tua miseria spirituale.
— Offri — con volontà efficace — ciò che è tuo e ciò che è dei tuoi: visto umanamente, non è poco; visto con luci soprannaturali, è niente.

485. A volte, qualcuno mi ha detto: Padre, io mi sento stanco e freddo; quando prego o compio qualche norma di pietà, mi sembra di star facendo una commedia…
A questo amico, e a te — se ti trovi nella stessa situazione —, rispondo: una commedia? — Gran cosa, figlio mio! Fa’ la commedia! Il Signore è il tuo spettatore!: il Padre, e il Figlio, e lo Spirito Santo; la Trinità Beatissima ci starà contemplando, nei momenti in cui “facciamo la commedia”.
— Agire così davanti a Dio, per amore, per fargli piacere, quando si vive contropelo, com’è bello! Essere giullare di Dio! Come è stupenda questa recita compiuta per Amore, con sacrificio, senza alcuna soddisfazione personale, per compiacere il nostro Signore!
— Questo sì che è vivere d’Amore.

486. Un cuore che ama disordinatamente le cose della terra è come legato a una catena o a un “filo sottile”, che gli impedisce di volare verso Dio.

487. “Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione…”: è impressionante l’esperienza di come si possa abbandonare un’impresa divina, per un inganno passeggero!

488. L’apostolo tiepido, questo è il grande nemico delle anime.

489. Prova evidente di tiepidezza è la mancanza di “ostinazione” soprannaturale, di fortezza per perseverare nel lavoro, per non fermarsi finché non si è messa l’“ultima pietra”.

490. Vi sono cuori duri, ma nobili, che — avvicinandosi al calore del Cuore di Gesù — si sciolgono come il bronzo in lacrime di amore, di riparazione. Si infiammano!Invece, i tiepidi hanno il cuore di creta, di carne miserabile… e si sgretolano. Sono polvere. Fanno pena.
Di’ con me: Gesù nostro, lungi da noi la tiepidezza! Tiepidi, no!

491. Tutta la bontà, tutta la leggiadria, tutta la maestà, tutta la bellezza, tutta la grazia adornano nostra Madre. — Non ti innamora avere una Madre così?

492. Siamo innamorati dell’Amore. Perciò il Signore non ci vuole aridi, rigidi, come una cosa senza vita: ci vuole imbevuti del suo affetto!

493. Vedi se capisci questa apparente contraddizione. — Nel compiere trent’anni, quel tale scrisse nel suo diario: “Non sono più giovane”. — E, superati i quaranta, tornò ad annotare: “Resterò giovane finché non arrivo a ottant’anni: se muoio prima, mi riterrò acerbo”.
— Procedeva sempre, nonostante gli anni, con la matura giovinezza dell’Amore.

494. Come capisco la domanda che si poneva un’anima innamorata di Dio: c’è stato qualche gesto di disappunto, c’è stato in me qualcosa che possa dispiacere a Te, Signore, Amore mio?
— Chiedi a tuo Padre Dio di concederci questa costante esigenza d’amore.

495. Hai visto con quanto affetto, con quanta fiducia trattavano Cristo i suoi amici? Con tutta naturalezza le sorelle di Lazzaro gli rinfacciano la sua assenza: te lo avevamo fatto sapere! Se Tu fossi stato qui!…
— Confidagli piano piano: insegnami a trattarti con l’amore di amicizia di Marta, di Maria, di Lazzaro; e come ti trattavano i primi Dodici, anche se in un primo tempo forse ti seguivano per motivi non molto soprannaturali.

496. Quanto mi piace contemplare Giovanni che reclina il capo sul petto di Cristo! — È come arrendere amorosamente l’intelligenza, anche se costa, per infiammarla al fuoco del Cuore di Gesù.

497. Dio mi ama… E l’Apostolo Giovanni scrive: “Amiamo, dunque, Dio, poiché Egli ci ha amati per primo”. — Come se non bastasse, Gesù si rivolge a ciascuno di noi, nonostante le nostre innegabili miserie, per domandarci come domandò a Pietro: “Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?”…
— È il momento di rispondere: “Signore, Tu sai tutto; Tu sai che ti amo”, aggiungendo con umiltà: aiutami ad amarti di più, aumenta il mio amore!

498. “Le opere sono amore, e non le belle parole”. Opere, opere! — Proposito: continuerò a dirti molte volte che ti amo — quante volte te l’ho ripetuto oggi! —; ma, con la tua grazia, sarà soprattutto il mio comportamento, saranno le piccole cose di ogni giorno — con la loro eloquenza muta — a gridare davanti a Te, dimostrandoti il mio amore.
499. Noi uomini non sappiamo avere per Gesù le squisite delicatezze che dei poveracci rozzi, ma cristiani, hanno ogni giorno per qualche meschina creaturella — la moglie, il figlio, l’amico —, povera anch’essa come loro.
— Questa realtà ci dovrebbe servire da incitamento.

500. L’Amore di Dio è così attraente e suggestivo, che non ha limiti la sua crescita nella vita di un cristiano.
501. Non puoi comportarti come un bambino turbolento o come un pazzo.
— Devi essere una persona forte, un figlio di Dio; sereno nel tuo lavoro professionale e nella tua vita di relazione, con una presenza di Dio che ti faccia curare la perfezione anche nei minimi dettagli.
502. Se si fa giustizia e basta, è possibile che la gente ne resti ferita.
— Pertanto, muoviti sempre per amore di Dio, che alla giustizia aggiungerà il balsamo dell’amore verso il prossimo; e che purifica e pulisce l’amore terreno.
Quando c’è di mezzo Dio, tutto diventa soprannaturale.

503. Ama appassionatamente il Signore. Amalo alla follia!, perché se c’è amore — solo allora! — mi azzardo ad affermare che non c’è neppure bisogno dei propositi. I miei genitori — tu pensa ai tuoi — non avevano bisogno di fare il proposito di volermi bene, eppure che profusione di attenzioni affettuose e quotidiane avevano per me!
Con questo stesso cuore umano, possiamo e dobbiamo amare Dio.
504. L’amore è sacrificio; e il sacrificio, per Amore, è piacere.

505. Risponditi: quante volte al giorno la volontà ti chiede di mettere il cuore in Dio, per dargli i tuoi affetti e le tue opere?
È una buona misura per verificare l’intensità e la qualità del tuo amore.
506. Convinciti, figliolo, che Dio ha il diritto di chiederci: pensi a Me? vivi la mia presenza? mi cerchi come tuo appoggio? mi cerchi come Luce della tua vita, come corazza…, come tutto?
— Pertanto, riconférmati in questo proposito: nelle ore che la gente di questo mondo considera buone, invocherò: Signore! Nelle ore che chiama cattive, ripeterò: Signore!
507. Non perdermi mai il senso del soprannaturale. Anche se vedi in tutta la loro crudezza le tue miserie, le tue cattive inclinazioni — il fango di cui sei fatto —, Dio conta su di te.
508. Vivi come chi ti sta accanto, con naturalezza, ma rendendo soprannaturale ogni istante della giornata.

509. Per poter giudicare con rettitudine di intenzione, occorrono un cuore puro, zelo per le cose di Dio e amore per le anime, senza pregiudizi.
— Pensaci!
510. Sentii alcuni conoscenti parlare dei loro impianti radio. Quasi senza rendermene conto, portai l’argomento al piano soprannaturale: abbiamo molta presa di terra, troppa, e abbiamo dimenticato l’antenna della vita interiore…
— Questa è la ragione per cui sono così poche le anime che si tengono in rapporto con Dio: non ci manchi mai, davvero, l’antenna del soprannaturale.
511. Minuzie e meschinità, cui nulla devo, da cui nulla spero, mi occupano l’attenzione più del mio Dio? Con chi sto, quando non sto con Dio?
512. Digli: Signore, non voglio nient’altro che quello che Tu vuoi. Persino ciò che in questi giorni ti sto chiedendo, se mi allontana di un millimetro dalla tua Volontà, non darmelo.
513. Il segreto della tua efficacia si radica nella tua vita di pietà, di pietà sincera: così tutta la tua giornata trascorrerà con Lui.
514. Proposito: “frequentare”, possibilmente senza interruzione, l’amicizia e il rapporto amoroso e docile con lo Spirito Santo. — “Veni Sancte Spiritus…!” — Vieni, Spirito Santo, a dimorare nella mia anima!
515. Ripeti di tutto cuore e con amore sempre più grande, soprattutto quando sei vicino al Tabernacolo o quando hai il Signore nel tuo petto: “Non est qui se abscondat a calore eius” — che io non fugga da te, che il fuoco del tuo Spirito mi invada.
516. “Ure igne Sancti Spiritus!” — bruciami con il fuoco del tuo Spirito!, invochi. E aggiungi: è necessario che quanto prima la mia povera anima ricominci a volare…, e non smetta di volare fino a quando non riposi in Lui!
— I tuoi desideri mi sembrano ottimi. Ti raccomanderò molto al Paraclito; lo invocherò incessantemente, perché si insedi nel centro del tuo essere e presieda tutte le tue azioni, parole, pensieri e desideri, e dia a essi tono soprannaturale.

517. Nel celebrare la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, supplicasti il Signore, con tutte le fibre dell’anima, di concederti la sua grazia per “esaltare” la Croce Santa nelle tue facoltà e nei tuoi sensi… Una vita nuova! Un sigillo: per dare solidità all’autenticità del tuo messaggio…, tutto il tuo essere sulla Croce!
— Vedremo, vedremo.
518. La mortificazione deve essere continua, come il battito del cuore: così avremo dominio su noi stessi, e vivremo con gli altri la carità di Gesù Cristo.
519. Amare la Croce è sapersi creare volentieri dei fastidi per amore di Cristo, anche se costa e perché costa…: non ti manca l’esperienza che le due cose sono compatibili.
520. La gioia cristiana non è fisiologica: il suo fondamento è soprannaturale, ed è al di sopra della malattia e della contrarietà.
— Gioia non è tripudio di sonagli o di ballo popolare.
La gioia vera è qualcosa di più intimo: qualcosa che ci fa stare sereni anche se a volte il viso rimane serio.

521. Ti scrivevo: anche se capisco che è un modo di dire comune, provo dispiacere quando sento chiamare croci le contrarietà che nascono dalla superbia personale. Questi pesi non sono la Croce, la vera Croce, perché non sono la Croce di Cristo.
Lotta, dunque, contro queste avversità inventate, che nulla hanno a che vedere con il sigillo di Cristo: distàccati da tutti i travestimenti del tuo io!
522. Anche nelle giornate in cui sembra di perdere il tempo, attraverso la prosa dei mille piccoli particolari, quotidiani, vi è poesia più che sufficiente per sentirsi sulla Croce: su una Croce che non dà spettacolo.
523. Non mettere il cuore in nulla che sia caduco: imita Cristo, che si fece povero per noi, e non aveva dove posare il capo.
— Chiedigli di concederti, in mezzo al mondo, un distacco effettivo, senza attenuanti.

524. Un chiaro segno di distacco è non considerare — per davvero — cosa alcuna come propria.
525. Chi vive sinceramente la fede, sa che i beni temporali sono mezzi, e li usa con generosità, in modo eroico.

 

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