Disma
XVII Domenica del Tempo Ordinario (anno A) – Commento alle letture per la Radio Vaticana
Autore: Padre Maurizio Botta
Le parabole di questa sera illuminano altre facce di questa unico diamante che è la realtà del Regno di Dio.
Nell prime due si parla della preziosità di questo Regno nascosta agli occhi dei più, scoperta solo da qualcuno e per la quale si “vende” tutto. Non c’è nulla di più prezioso del Regno di Dio. Nella terza parabola Gesù afferma come il Regno di Dio operi facendo emergere chiaramente bontà o cattiveria che prima erano nascoste. Come una rete che emergendo pian piano dal mare permette di far vedere chiaramente quali sono i pesci buoni da mangiare e quelli cattivi da scartare.
Un giorno Gesù, in una delle consuete discussioni con i farisei, disse: “Se io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio”. Concentrato nella persona di Gesù, dunque, era presente, operante e agente con forza il Regno di Dio. È per questo che possiamo comprendere meglio le parabole, vedendole già realizzate in momenti particolari della vita di Gesù.
Disma è il nome che la tradizione ha dato al cosiddetto “buon ladrone” quello che prima di morire disse a Gesù: “Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Disma vide la perla preziosa, riconobbe, sotto la terra delle impressioni, in quel povero compagno di sventura, il Tesoro prezioso. Nel momento dell’incontro con il Regno di Dio, concentrato nella persona vivente di Gesù, emerse in lui anche il senso della giustizia, di dove fosse il bene e di dove fosse il male. All’altro ladro, condannato come loro, che insultava Gesù dicendo: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”, Disma rivolse questo rimprovero: “Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male”. Questa frase descrive perfettamente quanto Gesù racconta nella parabola di questa sera. L’incontro con la rete del Regno di Dio fa emergere la verità. L’incontro con Cristo genera sempre questa divisione, questa separazione. Gesù un giorno lo affermò con queste parole impressionanti e troppo spesso dimenticate: “Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera”.
L’incontro con la Luce di Dio prima di essere Pace e Riposo è, quindi, Giustizia. Ognuno ha la possibilità di vedere in sé stesso il bene e il male e di riconoscerlo. Il ladro Disma per prima cosa riconobbe la giustizia della sua punizione, poi riconobbe l’innocenza e la bontà di Gesù e invitò l’altro condannato ad avere timore di Dio. Ecco realizzata la separazione tra i pesci buoni e i pesci cattivi resa possibile dall’incontro con la rete del Re. E così, immediatamente può fiorire la preghiera: “Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”, e sgorgare la salvezza: “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso”.
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